Il caso di Emanuela Orlandi continua a generare interesse e preoccupazione, soprattutto con l’avvicinarsi del giorno in cui avrebbe compiuto 57 anni. Il fratello, Pietro Orlandi, ha intrapreso l’iniziativa di organizzare un sit-in volto a mantenere viva l’attenzione sull’argomento.
Il sit-in per la verità
Per commemorare Emanuela Orlandi e sostenere la ricerca della verità, è stato programmato un sit-in per il 18 gennaio, presso piazza Cavour, dalle 16:00 alle 18:00. Pietro Orlandi ha espresso il suo desiderio che tale evento rappresenti un appello significativo: “Nessuno Stato può calpestare il diritto dei giusti: la verità.”
La situazione dell’inchiesta
Pietro Orlandi ha condiviso con l’agenzia Adnkronos le ultime novità riguardanti le inchieste in corso. Ha menzionato che, negli ultimi due anni, sono state avviate sia l’inchiesta vaticana che quella della procura di Roma, ed è stata creata una Commissione parlamentare di inchiesta circa un anno fa. “Dall’inchiesta vaticana non ho più notizie, mentre con la procura di Roma ho avuto solo un colloquio”, ha dichiarato. È ottimista riguardo al lavoro della Commissione, sottolineando l’importanza delle audizioni di figure rilevanti come:
- Capaldo (ex procuratore)
- Giani (ex capo della Gendarmeria vaticana)
- Alessandrini (ex vice capo della Gendarmeria vaticana)
La pista inglese
Il fratello ha richiamato l’attenzione sulla pista inglese, legata a una presunta richiesta da parte del Vaticano per un volo riservato Roma-Londra nell’agosto del 1983. Pietro ha evidenziato che, se confermata, questa pista potrebbe fornire informazioni determinanti riguardo al rapimento di Emanuela. “La pista inglese non ci racconta tutta la verità, ma se confermata, metterebbe dei punti fermi, come il fatto che fino a quel momento Emanuela era viva,” ha affermato. Ha inoltre chiesto chiarimenti riguardo ai documenti con cui è partita l’inchiesta, evidenziando la necessità di approfondimenti su questo fronte.