La situazione attuale in merito al reclutamento di detenuti da parte della Russia è stata recentemente esaminata dal Servizio di intelligence estero ucraino, il quale ha rivelato che decine di prigionieri sono stati inviati per combattere al fronte in Ucraina. Le informazioni riportate forniscono uno sguardo inquietante ai frequenti metodi utilizzati da Mosca per rinforzare le proprie forze sul campo di battaglia.
reclutamento dei detenuti russi
Secondo il Servizio di intelligence di Kiev, la Russia ha reclutato un numero significativo di detenuti, che ammonta a circa 180.000 prigionieri inviati al fronte dall’inizio di novembre. Questo processo di reclutamento è iniziato nell’estate del 2022 sotto la direzione della compagnia mercenaria Wagner e, successivamente, direttamente tramite il ministero della Difesa russo.
Le carceri russe ospitano attualmente tra 300.000 e 350.000 prigionieri, una cifra significativamente ridotta rispetto ai conteggi del 2014. Le motivazioni di tale diminuzione sono attribuite al conflitto in corso tra Russia e Ucraina. L’intelligence di Kiev segnala che i compensi per i prigionieri arruolati risultano essere da due a quattro volte inferiori rispetto agli altri soldati russi. Inoltre, dopo il termine del servizio militare, diversi uomini condannati per reati violenti hanno avuto la possibilità di tornare in patria.
critiche verso il presidente ucraino
In un contesto diverso, il primo ministro slovacco, Robert Fico, ha rivolto accuse nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sostenendo che sarebbe intenzionato a sabotare l’economia dell’Unione europea. Fico ha lanciato minacce di interrompere gli aiuti economici a favore degli ucraini residenti in Slovacchia, a seguito della recente interruzione delle forniture di gas russo verso l’Europa, che passavano attraverso l’Ucraina.
Fico ha dichiarato che, a causa di tale decisione unilaterale, la Slovacchia perderà annualmente circa 500 milioni di euro, derivanti dal transito del gas russo. Ha proseguito affermando che l’Unione europea sosterrà costi più elevati per l’elettricità mentre la Russia non subirebbe alcun danno. La critica si estende anche ai media e all’opposizione slovacca, accusati di aver ignorato il cosiddetto sabotaggio perpetrato da Zelensky.
Fico ha annunciato che il governo valuterà eventuali provvedimenti da adottare, descrivendo la situazione come “eccezionalmente importante” e necessitante di una “reazione sovrana da parte della Slovacchia”.
Personalità coinvolte
- Robert Fico – Primo Ministro slovacco
- Volodymyr Zelensky – Presidente ucraino