Il mercato del gas europeo sta affrontando una significativa tensione in concomitanza con la scadenza dei contratti in essere. Diverse dinamiche stanno contribuendo alle fluttuazioni del prezzo, influenzando non solo l’economia ma anche le politiche energetiche nel continente.
Situazione del gas in Europa
In base alle ultime informazioni provenienti da Kiev, si è confermato che non ci saranno consegne di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina a partire dal 1° gennaio 2025. Questo annuncio è giunto in seguito all’interruzione del contratto stipulato tra la Russia e l’Ucraina nel 2019, che termina proprio oggi, 31 dicembre 2024. I dati rivelati dall’operatore ucraino Ogtsu sottolineano come l’unico punto di ingresso del gas russo in Ucraina avrà un’immediata riduzione delle forniture a zero.
Forniture di gas russo fino ad oggi
Nonostante il conflitto in atto, Gazprom, il gigante energetico russo, ha continuato a rifornire l’Europa, servendo paesi come Slovacchia, Moldavia e Ungheria attraverso i gasdotti in territorio ucraino.
Impatto sul prezzo del gas
La imminente scadenza del contratto ha spinto il valore del gas in Europa a superare per la prima volta in oltre un anno la soglia di 50 euro per megawattora. Inoltre, la combinazione di un inverno rigido e della crescente dipendenza dal gas naturale liquefatto (GNL) ha ulteriormente accentuato l’aumento dei costi. Intorno alle 15:00 ora locale, i contratti futuri sul TTF per febbraio hanno registrato un incremento del 3,5%, arrivando a 49,725 euro/mwh, un livello non raggiunto da ottobre 2023.
Fattori aggiuntivi di aumento dei prezzi
- Scadenza del contratto tra Russia e Ucraina
- Condizioni meteorologiche invernali severe
- Aumento della domanda di GNL