Le autorità dell’Iran hanno confermato ufficialmente l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, accusandola di aver “violato le leggi della Repubblica Islamica”. La giornalista, di 29 anni, collabora con Il Foglio e Chora Media. Era entrata nel Paese il 13 dicembre 2024, grazie a un visto giornalistico regolare, ma è stata arrestata il 19 dicembre. Attualmente, è detenuta nel carcere di Evin, noto per ospitare dissidenti e prigionieri politici stranieri.
Un viaggio professionale trasformato in incubo
Cecilia Sala si trovava in Iran per realizzare reportage sulle dinamiche interne del Paese. Durante la sua permanenza, ha condotto interviste e ha registrato episodi del suo podcast “Stories”. È stata arrestata il 19 dicembre, proprio un giorno dopo la pubblicazione di un episodio dedicato a una comica iraniana in carcere. I dettagli specifici delle accuse rimangono sconosciuti.
Le condizioni disumane del carcere di Evin
Il carcere di Evin è tristemente celebre per le sue condizioni dure e degradanti. Le testimonianze di ex detenuti raccontano una realtà drammatica: sovraffollamento, isolamento, mancanza di cure mediche e condizioni igieniche precarie. Alessia Piperno, una cittadina italiana arrestata in Iran nel 2022 e detenuta a Evin, ha descritto il carcere come un contesto caratterizzato da un trattamento disumano quotidiano.
Cecilia Sala: l’appello del fidanzato per il rilascio
Il fidanzato di Cecilia, il giornalista Daniele Raineri, ha manifestato la sua preoccupazione tramite i social media, esortando la comunità internazionale a non dimenticare la giornalista. Attraverso l’hashtag #FreeCeciliaSala, ha chiesto alle autorità italiane di intervenire urgentemente per ottenere la sua liberazione. Numerosi colleghi, intellettuali e cittadini hanno sostenuto l’appello, mostrando solidarietà e richiedendo alle autorità iraniane un intervento.
“Riceviamo un’infinità di messaggi di affetto per Cecilia. Sarà informata di questo amore appena sarà possibile”, ha riportato su Instagram.
Le parole del padre di Cecilia Sala
Renato Sala, padre della giornalista, ha optato per un approccio riservato, sottolineando l’importanza di rispettare la delicatezza della situazione e ringraziando per l’attenzione riservata a sua figlia. La famiglia ha preferito non esporsi pubblicamente, evitando dichiarazioni che possano ostacolare il lavoro della diplomazia italiana.
Reazioni e sforzi diplomatici per il rilascio
Il governo italiano, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, si sta attivando per il rilascio di Cecilia Sala. L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, ha fatto visita alla giornalista in carcere, confermando le sue buone condizioni di salute. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha descritto il caso come “complicato”, ma ha espresso la speranza per un ritorno rapido di Sala in Italia.
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