Meloni nel 2024: dalla benedizione di Trump al G7, il cammino verso la leadership europea

Il 2024 rappresenta un momento significativo per il governo Meloni, posizionandolo come il settimo governo più duraturo della storia della Repubblica italiana. Quest’anno si caratterizza per un insieme di eventi che evidenziano sia successi che difficoltà per la premier. Da un lato, Giorgia Meloni riesce a ottenere un’importante carica nella Commissione europea per Raffaele Fitto e riceve elogi internazionali da figure di spicco come Donald Trump, che la definisce una “leader fantastica”, e dal sito Politico, che la designa come “la persona più potente d’Europa”. Dall’altro lato, l’anno si segnala per alcune battute d’arresto, in particolare relative alla gestione degli hotspot in Albania e a tensioni interne ai partiti della coalizione di governo.

Le dimissioni di Sgarbi – Il ritorno di Chico Forti dopo 24 anni di ‘esilio’

Il 2024 inizia con l’approvazione della controversa riforma dell’autonomia differenziata, che suscita aspre critiche da parte delle opposizioni. Si registra anche il vertice Italia-Africa, volto a promuovere il Piano Mattei. A febbraio, Vittorio Sgarbi si dimette da sottosegretario alla Cultura a seguito di un’indagine su un possibile furto di beni culturali.

Il 24 febbraio, Meloni partecipa a Kiev a un incontro del G7, dimostrando il sostegno dell’Italia all’Ucraina anche in questa occasione. A marzo, un incontro con Biden porta all’annuncio del ritorno in patria di Chico Forti, esiliato in America per 24 anni, mentre il governo alza il confronto con la magistratura a causa di nuove misure psico-attitudinali per i giudici.

La discesa in campo per le europee, ‘scrivete Giorgia’

Aprile vedrà l’uscita di due mozioni di sfiducia, entrambe respinte, mentre Meloni annuncia ufficialmente la sua candidatura alle elezioni europee, richiedendo che gli elettori scrivano il suo nome. Questa strategia produce risultati: Fdi si conferma come primo partito italiano con il 28,8% alle elezioni di giugno. Durante questo periodo, il governo approva una revisione dell’ordinamento della magistratura.

Il summit del G7 in Puglia – La missione in Cina per ricucire strappo via della Seta

Dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia si tiene il G7, evidenziando la frattura tra Meloni e Macron su temi delicati. A luglio, Meloni sorprende votando contro la riconferma di Ursula von der Leyen, un gesto che suscita preoccupazioni relative a un possibile isolamento dell’Italia. Nel mese successivo, la premier intraprende una missione in Cina, cercando di riparare i legami instaurati con la via della Seta.

La sintonia con Musk, il presunto ‘smarcamento’ da Biden

La partecipazione di Meloni alla 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre attira l’attenzione, in particolare il suo incontro con Elon Musk, che avviene in concomitanza con una scelta controversa di non partecipare alla cena dei Biden. Si segnala anche l’introduzione del reato universale per maternità surrogata.

La missione a Buenos Aires – Il voto a favore della Commissione europea

Il 21 novembre, Meloni visita Buenos Aires, esprimendo supporto per Javier Milei, amico di Trump, e per la creazione di un’“internazionale sovranista”. A fine mese, il voto di Fdi per la nuova Commissione europea segna una “giravolta” che suscita polemiche tra le opposizioni. La premier, Si difende dalle accuse, continuando a sottolineare il supporto per Raffaele Fitto.

A Parigi per il ‘ritorno’ di Notre-Dame, il primo faccia a faccia con Trump

Il 7 dicembre, Meloni partecipa alla riapertura di Notre-Dame a Parigi, dove incontra Trump per la prima volta in un contesto che prelude a future alleanze significative. Politico le conferisce il titolo di “persona più potente d’Europa”, riconoscendo la sua crescente influenza sulla scena internazionale.