Un’importante figura della politica indiana ha lasciato un segno indelebile nella storia economica del paese. La scomparsa di Manmohan Singh, ex ministro delle Finanze e primo ministro dell’India, è una notizia che scuote non solo l’India ma il panorama politico globale. Con 92 anni, Singh viene ricordato per le sue riforme che hanno trasformato l’economia indiana negli anni ’90 e per essere stato un leader rispettato e innovativo.
27 dicembre 2024 | 10.22
LETTURA: 1 minuti
Singh è deceduto dopo un malore che ha richiesto il ricovero in ospedale. Il primo ministro Narendra Modi ha espresso il suo cordoglio attraverso i social media, sottolineando l’importanza del suo operato e le sue origini umili. Anche Rahul Gandhi ha reso omaggio a Singh, descrivendolo come “un mentore e una guida”.
La vita
Nato in un modesto villaggio del Punjab, Singh ha proseguito i suoi studi a Cambridge e Oxford, diventando il primo premier di origine sikh. Durante il suo mandato, ha promosso l’idea di rendere l’India una grande potenza economica a livello globale. Il suo discorso più noto da ministro delle Finanze citava Victor Hugo: “Nulla è più potente di un’idea di cui è giunto il momento”.
Nel 1991, ha guidato l’India verso un’economia di mercato, mentre nel 2008 ha siglato un storico accordo sul nucleare civile con gli Stati Uniti. Singh ha anche sostenuto il processo di pace con il Pakistan, cercato di risolvere controversie territoriali con la Cina e ha visitato l’Afghanistan, primo leader indiano a farlo dopo 30 anni.
Durante il suo secondo mandato, il governo di coalizione di Singh ha affrontato sfide significative, quali una crisi di credibilità e accuse di corruzione, oltre a dover gestire un’inflazione crescente.