Il marchio Eni, rappresentato dal celebre cane a sei zampe, è un simbolo riconoscibile che incarna un’epoca di rinnovamento e crescita per l’Italia negli anni ’50. Questa figura esprime non solo una forte identità aziendale, ma anche l’ottimismo di una nazione che, dopo le esperienze devastanti della guerra, si avviava verso un futuro di prosperità e innovazione.
La scelta lungimirante di investire sulla pubblicità
Nel periodo post-bellico, durante il quale l’Italia si dedicava alla ricostruzione, Enrico Mattei, presidente di Eni, intuì la necessità di un cambiamento nel modo di comunicare con i consumatori. Comprendendo che il consumo stava per evolversi significativamente, decise di puntare sulla pubblicità per attrarre l’attenzione delle famiglie italiane. Mattei sapeva che il settore automobilistico era in crescita e che un’immagine attraente per la propria benzina fosse essenziale.
Per affermare la superiorità dei suoi prodotti, egli associò il carburante Supercortemaggiore e il gas Agipgas all’italianità, utilizzando slogan che enfatizzavano la qualità italiana. Negli anni, Eni ha saputo radicare il proprio marchio nella cultura nazionale.
La guida di Alberto Alì
Consapevole del potere della pubblicità, Mattei scelse di designare Alberto Alì alla guida dell’ufficio preposto. Pur non avendo esperienza specifica nel campo della comunicazione, Alì si dimostrò un fidato collaboratore, capace di rispettare le indicazioni del presidente. Durante il suo mandato, il budget pubblicitario crebbe in modo vertiginoso, passando da 300 milioni a 3 miliardi e mezzo, permettendo così di amplificare la presenza del marchio Eni.
Il bando
Nel 1952, Mattei comprese l’importanza di un marchio distintivo per i suoi prodotti e decise di lanciare un concorso per la creazione di loghi e cartelloni pubblicitari. Con un montepremi di dieci milioni di lire, il bando, pubblicato sulla rivista Domus, cercava proposte innovative e d’impatto grafico. La giuria era composta da membri illustri del mondo dell’arte e del giornalismo, che contribuirono a selezionare le idee migliori. Durante il concorso, furono ricevuti oltre 4.000 elaborati.
Il cane a sei zampe
Il logo scelto, disegnato da Luigi Broggini, si è trasformato nel simbolo distintivo di Eni. La sua forma unica e aggressiva, unita a caratteristiche come le sei zampe e la fiamma rossa, sono state ampiamente pubblicizzate sin dalla fine del 1952. Questo emblema non solo identificava i prodotti, ma divenne rappresentativo dell’intera azienda. Il famoso slogan “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote” contribuì a radicare ulteriormente l’immagine di Eni nella mente dei consumatori.
Negli anni, il marchio ha subito diversi rebranding, mantenendo comunque il focus sull’innovazione. Le modifiche al logo del 1972, 1992 e 2010 hanno sempre mantenuto viva l’essenza del brand, fino ad arrivare al rinnovamento concluso nel 2022, che riflette la continua evoluzione verso un approccio integrato all’energia.