La situazione economica attuale evidenzia un marcato indebolimento dell’euro rispetto al dollaro, con previsioni che suggeriscono l’avvicinarsi della soglia critica di 1,0 entro la fine di novembre 2024. A seguito dell’ultima riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), le probabilità di un intervento sui tassi di interesse, con un possibile abbassamento di 50 punti base previsto per gennaio, sono aumentate. Le aspettative sui mercati stanno attualmente anticipando quasi cinque riduzioni dei tassi da parte della BCE nel prossimo anno, a fronte di max due interventi da parte della Federal Reserve.
dinamiche del tasso di cambio euro/dollaro
Il tasso di cambio euro/dollaro segnala le diverse proiezioni in merito alla crescita economica e ai tassi di interesse, suggerendo una potenziale divergenza nelle politiche monetarie tra Europa e Stati Uniti. Questa divergenza non è una novità: dal 2014, l’Europa ha mantenuto i tassi vicino allo zero per quasi otto anni, mentre gli Stati Uniti hanno incrementato i tassi a partire dall’autunno 2015, raggiungendo il 2,5% nel 2019.
cambiamenti nello scenario economico
Durante quel periodo, l’Europa si trovava a uscire da una crisi di debito sovrano in un contesto economico e politico radicalmente differente, privo di crisi energetiche o conflitti regionali di notevole importanza. In meno di un anno, a partire da giugno 2014, l’euro ha subito una svalutazione del 30% rispetto al dollaro, senza generare turbolenze significative;
- Incremento dei tassi negli USA
- Mantenimento di tassi bassi nell’Eurozona
- Assenza di crisi energetiche
- Contesto deflattivo in Europa
politiche monetarie divergenti
La Federal Reserve sta procedendo a un abbassamento dei tassi, nonostante un’inflazione che supera il 2%, puntando a preservare la piena occupazione. Le politiche fiscali e commerciali americane non seguono un percorso deflattivo, specialmente alla luce delle interruzioni delle catene di approvvigionamento globali e dei conflitti in corso. I mercati dei titoli di stato, come segnalato dall’ultimo rapporto trimestrale della Banca internazionale dei regolamenti, mostrano segni di stress, in particolare nell’assorbimento dei debiti governativi, come evidenziato dagli spread negativi sui tassi di interesse.
valutazione dei costi della divergenza
Analizzare le conseguenze di una divergenza nelle politiche monetarie tra BCE e Fed è un’impresa complessa. L’Europa è influenzata da eventi esterni che incutano sulla sua economia; ad oggi, il rendimento del decennale americano è pari al 4,4%, mentre quello italiano è del 3,4% e il tedesco del 2,3%. La differenza tra i rendimenti dei decennali americano e tedesco è arrivata ai massimi storici, mentre l’economia europea presenta interrogativi per il futuro del cambio euro/dollaro.
prospettive future e necessità di intervento
Il disaccoppiamento che l’Europa può sostenere prima che i costi superino i benefici solleva interrogativi significativi. Le svalutazioni monetarie sono spesso viste come una risposta alle problematiche commerciali. Attualmente, non è più presente un contesto deflattivo, ma piuttosto fattori inflazionistici a lungo termine.
- Guerre commerciali
- Invecchiamento della popolazione
- Spesa fiscale
- Conflitti
- Transizione energetica
Per affrontare tali sfide, l’Europa dovrà ripensare le proprie politiche, intervenendo sulla riduzione dei costi energetici e rivedendo la propria strategia di transizione energetica. La via più rischiosa rimane l’entrata in gioco della politica monetaria.