Da oltre un anno si svolgono frenetici negoziati per raggiungere un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, insieme alla liberazione degli ostaggi situati nella Striscia di Gaza. Le recenti informazioni indicano un stallo nei colloqui, nonostante alcuni segnali di apertura nei giorni precedenti. Washington Post ha sottolineato che il direttore della Cia, William Burns, ha recentemente concluso la sua missione a Doha senza risultati concreti e ha lasciato il Medio Oriente mentre una delegazione americana resta nella regione.
Israele e Hamas: l’attesa per Trump
Secondo le osservazioni del Post, l’Amministrazione Biden ha iniziato a contenere l’ottimismo. L’ipotesi che le parti in conflitto stiano preparando il terreno in vista del ritorno di Donald Trump alla presidenza, avvenuto il 20 gennaio, è supportata da fonti diplomatiche. Le parti sanno che un accordo sarebbe vantaggioso e necessari per la stabilità della regione.
Ostacoli e interrogativi nei negoziati
Diversi fattori ostacolano il raggiungimento di un accordo. Tra questi ci sono:
- Disaccordi sul numero di ostaggi da rilasciare da Hamas
- Identità dei detenuti palestinesi da liberare da parte di Israele
- Presenza e permanenza delle truppe israeliane a Gaza
Inoltre, la situazione degli oltre due milioni di palestinesi sfollati dalla recente offensiva di Israele e il delicato equilibrio del governo a Gaza nel periodo post-conflitto restano snodi cruciali. Le dichiarazioni del consigliere di Mahmoud Abbas, Mahmoud Habbash, evidenziano la sfiducia verso le reali intenzioni delle parti coinvolte.
Nodi sul tavolo delle trattative
Recenti sviluppi hanno portato alla ribalta i nodi irrisolti, con la richiesta di Hamas per il rilascio progressivo di ostaggi e detenuti palestinesi, incluso Marwan Barghouti. Israele ha proposto un accordo in più fasi, ma la costruzione di infrastrutture militari suggerisce una potenziale [[lunga permanenza]] nella regione, nonostante le dichiarazioni ufficiali sulla volontà di trovare una soluzione duratura. L’interesse di Israele a non instaurare un’occupazione permanente si scontra con le realtà sul terreno.