Una recente decisione del gup del Tribunale di Firenze ha portato a una sentenza di non luogo a procedere per undici imputati coinvolti in un caso di presunti finanziamenti illeciti legati alla Fondazione Open, attiva tra il 2012 e il 2018 per supportare la carriera politica di Matteo Renzi. La pronuncia è stata emessa dal giudice Sara Farini al termine di una lunga camera di consiglio.
sentenza del tribunale di firenze
Il gup ha dichiarato che non ci sono stati gli estremi per formulare una previsione di condanna, e ha quindi deciso di scagionare gli imputati da ogni accusa. Le motivazioni del verdetto saranno rese note entro novanta giorni. Presenti all’udienza erano sia il pubblico ministero Luca Turco, che andrà in pensione a breve, sia gli avvocati difensori.
accuse originarie e sviluppo del caso
Le indagini avevano condotto a un’iniziale richiesta di rinvio a giudizio per alcuni nomi di spicco, tra cui:
- Matteo Renzi
- Maria Elena Boschi
- Luca Lotti
- Alberto Bianchi
- Marco Carrai
La Procura aveva accusato questi individui di finanziamento illecito ai partiti, sostenendo che la Fondazione Open operasse come un’articolazione di partito in supporto alla carriera politica di Renzi.
evoluzione delle indagini
Il procedimento è partito nel 2022 e ha attraversato momenti critici, come la risoluzione di cinque ulteriori procedimenti penali a carico dei pubblici ministeri coinvolti, tutti archiviati. La Corte di Cassazione ha anche confermato la validità dei materiali sequestrati, dando ragione agli imputati.
accuse dettagliate
Le accuse rivolte a vari imputati includevano anche episodi di corruzione, finanziamento illecito e traffico di influenze illecite. Un tentativo di corruzione era stato dichiarato a Luca Lotti, così come nei confronti di Alberto Bianchi e di altri imprenditori coinvolti. Era stato contestato che importi considerevoli, derivanti dalle donazioni private, fossero stati utilizzati a beneficio personale degli imputati.
conclusione e esito finale
Il gup Farini ha dunque avallato la decisione di non procedere, stabilendo che gli elementi a disposizione non permettevano di formulare una condanna.I nomi coinvolti nel dossier includono:
- Luca Lotti
- Alberto Bianchi
- Marco Carrai
- Patrizio Donnini
- Alfonso Toto
- Riccardo Maestrelli
- Carmine Ansalone
- Giovanni Caruci
- Pietro Di Lorenzo
In questo contesto, tutti gli accusati sono stati risparmiati da eventuali sanzioni legali, ponendo fine a un lungo capitolo di indagini e controversie legali.