Analisi della produzione industriale in Italia
Nel mese di ottobre, la produzione industriale in Italia ha mostrato una stabilità rispetto a settembre, ma ha registrato una contrazione del 3,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La situazione si presenta in modo più critico in Germania, dove la produzione ha subito un decremento mensile dell’1% e annuale del 4,5%. In Francia, i dati indicano un leggero calo dello 0,1% mensile e dello 0,4% su base annua. In controtendenza, la Spagna ha evidenziato una crescita dello 0,5% rispetto al mese scorso e dell’1,9% se rapportata allo scorso anno.
Commento degli esperti
Secondo il professore Luigi Campiglio dell’Università Cattolica di Milano, “la dinamica europea appare più debole rispetto a quella degli Stati Uniti. È evidente che si sta affrontando un periodo di difficoltà produttiva.” Egli evidenzia l’importanza di esaminare la performance dei diversi settori produttivi.
Sectore in difficoltà e tendenze emergenti
Un settore particolarmente problematico risulta essere quello dell’automotive, il quale ha registrato un calo del 16,4% su base annua per la produzione di veicoli. Al contrario, si è notato un aumento dell’1,6% nella fornitura di energia elettrica e gas, probabilmente influenzato dal cambio di stagione.
Prospettive future
Appare contenuto il rischio di ulteriori dati negativi nel breve termine. Con l’approssimarsi delle festività si prevede un potenziale miglioramento, sebbene non per tutti i settori. L’incertezza geopolitica induce le famiglie a limitare le spese, concentrandosi maggiormente sulle necessità. Questo ha portato a un incremento della produzione di beni alimentari, bevande e tabacco, che ha fatto registrare un aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente.
Il ruolo delle festività nell’economia
Nonostante non si preveda un’inversione della tendenza negativa, il periodo festivo potrà fornire un certo sostegno all’economia, in particolare per i settori già in crescita. I settori con maggiore difficoltà, come quello tessile, abbigliamento, pelli e accessori, che ha subito un calo del 7,6% su base annua, potrebbero influire negativamente sulla ripresa economica complessiva.
Questi settori, fondamentali per l’economia italiana, soffrono in parte per l’incertezza globale e la crescente concorrenza proveniente da altre nazioni europee, come Francia e Spagna, che, sebbene non siano nemmeno ai vertici, presentano prodotti competitivi sul mercato.
Interventi della politica economica
Al fine di stimolare la ripresa della situazione industriale, è cruciale promuovere un clima di aspettative positive per incoraggiare gli investimenti. Il Governo ha di recente proposto la proroga del taglio del cuneo fiscale nella Legge di bilancio. La realizzazione di tali misure potrebbe manifestare effetti significativi all’inizio del 2025.
In consultazione con Confindustria, è in discussione l’introduzione della Ires premiale, che prevede una riduzione dell’imposta dal 24% al 20% per le aziende che reinvestono parte dei loro profitti. Sebbene questo provvedimento non possa di per sé rappresentare un cambiamento radicale, potrebbe contribuire a creare un ambiente favorevole per le imprese e i lavoratori, sempre a condizione che non ci siano ritardi nella sua attuazione.