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La recente approvazione da parte della Cassazione ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della maggioranza, con un certo ottimismo riguardo alla possibilità di astensionismo nel Meridione e di una partecipazione scarsa al voto nel Nord. L’intenzione dell’esecutivo è di proseguire il proprio operato, indipendentemente dall’esito delle riforme.
13 dicembre 2024 | 00.07
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Il via libera della Cassazione per il referendum sulla riforma dell’Autonomia sostenuta dalla Lega era atteso e non ha sorpreso. In maggioranza si sta già considerando un possibile scenario in caso di bocciatura da parte del voto popolare, sebbene le opinioni siano prevalentemente ottimistiche, ritenendo difficile il raggiungimento del quorum necessario. Vi è preoccupazione riguardo al cosiddetto ‘Spacca Italia’ e all’organizzazione del voto per garantire la partecipazione minima.
Quorum: speranza nelle urne vuote
Secondo fonti di maggioranza, si ipotizza che il Nord, generalmente favorevole all’Autonomia, non parteciperà attivamente al voto, mentre il Meridione, tradizionalmente astensionista, non sembra predisposto a mobilitarsi in massa. È difficile ipotizzare che il 51% degli elettori esprima un voto favorevole, il che richiederebbe un’alta affluenza dal Sud. Nonostante le iniziative del Pd e della sinistra, l’idea che possano prevalere appare poco realistica, considerata anche la storicità dell’astensionismo nel Sud.
“Governo non in discussione”
Con la convinzione che il quorum non sarà raggiunto, fonti vicine alla premier Giorgia Meloni confermano che il destino delle riforme non incide su quello del governo. Questa posizione è sostenuta fermamente dalla presidente del Consiglio, che intende portare avanti il proprio mandato fino alla fine della legislatura, a prescindere dal risultato del referendum. Meloni si oppone alla possibilità di dimissioni legate a dinamiche di palazzo, rimarcando che l’unico esito che potrebbe determinarne la fine del governo sarebbe una richiesta diretta degli elettori attraverso il voto.
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