L’attaccante del Milan, Christian Pulisic, ha recentemente dichiarato il suo desiderio di partecipare al Mondiale 2026. In un momento di grande visibilità, ha anche condiviso le sue esperienze come calciatore americano in Europa, affrontando pregiudizi e cercando di ispirare le nuove generazioni.
11 dicembre 2024 | 15.34
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pregiudizi e opportunità
Christian Pulisic si è espresso sullo stigma che i calciatori americani devono affrontare in Europa. In un documentario prodotto da CBS Sports, dal titolo “Pulisic”, ha dichiarato: “C’è un pregiudizio nei confronti dei calciatori americani che mi fa arrabbiare”. Questo pregiudizio, secondo Pulisic, rappresenta una motivazione per superare le aspettative e dimostrare il valore dei calciatori statunitensi.
la motivazione giusta
Pulisic intende dimostrare che gli atleti americani possono competere ai massimi livelli, contribuendo a cambiare la percezione del calcio negli Stati Uniti. Ha affermato che “… restituire rispetto ai calciatori americani è fondamentale e dimostrare che si sbagliano è una motivazione importante.”
la controversia della ‘Trump Dance’
Un’altra questione che ha suscitato discussioni è stata l’esultanza conosciuta come ‘Trump Dance’. Pulisic ha chiarito che non intendeva fare alcuna dichiarazione politica: “Era solo un danzare virale, non un atto politico”. Inoltre, ha rimarcato la mancanza di reazioni ufficiali da parte della Federazione, evidenziando che la sua personalità è ben conosciuta.
l’obiettivo: il Mondiale 2026
Pulisic ha fissato il suo obiettivo principale nel Mondiale del 2026, che si terrà negli Stati Uniti, Canada e Messico: “Voglio ispirare la nuova generazione e portare il calcio negli Stati Uniti a un livello rispettato a livello mondiale”. Questa esperienza rappresenta per lui un momento cruciale nella sua carriera.
un volto autentico nel docufilm
Nel docufilm, Pulisic intende mostrare una parte più autentica di sé: “Spero che le persone possano identificarsi con me e comprendere che non tutte le star del calcio desiderano essere sempre sotto i riflettori”. Egli mira a sensibilizzare su ciò che significa essere un calciatore americano in Europa.