Arresto cardiaco improvviso e genetica
Il fenomeno dell’arresto cardiaco improvviso ha suscitato crescente attenzione negli ultimi anni, in particolare nel mondo dello sport. Risultati di recenti studi hanno rivelato che un significativo numero di casi di arresto cardiaco improvviso è correlato a mutazioni genetiche. È emerso che fino al 53% dei casi è attribuibile a mutazioni ereditarie, portando a una maggiore consapevolezza riguardo all’importanza della genetica nella salute cardiovascolare degli sportivi.
Statistiche sull’arresto cardiaco negli sportivi
Studi hanno dimostrato che l’arresto cardiaco improvviso costituisce oltre il 50% della mortalità causata da patologie cardiovascolari, colpendo anche atleti altrimenti considerati sani. La causazione di tali eventi drammatici può rimanere sconosciuta, poiché nel 20-25% dei casi, la morte improvvisa si manifesta come primo segnale di una condizione cardiaca preesistente. Questo fenomeno può bussare alla porta di chiunque, senza preavvisi, anche di individui mai diagnosticati con malattie cardiache.
Utilizzo di test genetici
Gli screening genetici possono rivelarsi cruciali per la prevenzione di tali eventi, come evidenziato da Clingo, un’innovativa startup. La compagnia offre test clinici e genetici che possono essere eseguiti comodamente a casa. Questi test analizzano centinaia di geni legati a disordini cardiaci, consentendo l’identificazione di mutazioni che possono condurre a morte cardiaca improvvisa, specialmente in soggetti con storia familiare di tali eventi o con sintomi inspiegabili come sincopi o aritmie non diagnosticate.
Strategie di prevenzione
I test genetici non solo favoriscono l’identificazione tempestiva delle persone a rischio, ma supportano anche l’implementazione di strategie di prevenzione mirate. Queste possono includere:
- Defibrillatori impiantabili
- Terapie antiaritmiche
- Protocolli di monitoraggio clinico
Proposte per le società sportive
Le società sportive dovrebbero integrare questi test di prevenzione, anche quando i controlli di routine non evidenziano anomalie. È fondamentale testare gli atleti fin da giovani, affinché possano esserci scoperte precoci di sindromi potenzialmente letali, che negli anni hanno già provato a colpire vari sportivi. L’adozione di simili strategie potrebbe ridurre significativamente il tasso di mortalità e salvaguardare la vita degli atleti.