Il mercato del lavoro italiano presenta sfide significative, evidenziando discrepanze preoccupanti rispetto alla media europea. I dati recenti mostrano un aumento degli occupati, ma il tasso di occupazione rimane indietro rispetto agli standard europei. Al contempo, persistono disuguaglianze di genere nel campo professionale. L’analisi di questi aspetti consente di comprendere meglio la situazione attuale e le aree che richiedono un intervento strategico.
Distanza tra il tasso di occupazione italiano e la media europea
Nella prima metà del 2024, gli occupati in Italia hanno raggiunto il numero di 23.878.000, segnando un incremento di 1,5 milioni di posti di lavoro rispetto al periodo più critico della pandemia e un aumento del 4,6% rispetto al 2007. Il tasso di occupazione italiano resta 8,9 punti percentuali inferiore alla media europea, secondo il 58esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Se il tasso di attività italiano fosse pari a quello europeo, si potrebbero creare 3 milioni di nuovi posti di lavoro, con il tasso di occupazione che supererebbe 26 milioni.
Gender pay gap: una questione irrisolta
Nel 2024, l’Italia ha registrato una flessione di 8 posizioni nel Global Gender Gap Index del World Economic Forum, collocandosi all’87esimo posto. Questo evidenzia la persistenza delle disuguaglianze di genere, in particolare nel mondo del lavoro. Nel settore privato, le donne guadagnano mediamente il 30,2% in meno rispetto agli uomini, con varianze notevoli a seconda delle categorie professionali:
- 40,5% tra operai
- 33,7% tra impiegati
- 23,2% tra dirigenti
- 14,8% tra apprendisti
Uno studio recente ha evidenziato come il reddito medio degli uomini sia superiore di 30.580 euro annui rispetto a quello delle donne nel campo legale.
Crescita dell’occupazione giovanile
Negli ultimi tre anni, gli occupati nella fascia d’età 15-29 anni hanno raggiunto 3 milioni, con un incremento di 206.000 dal 2019. Il primo semestre del 2024 ha visto un ulteriore aumento dello 0,4%. Parallelamente, il tasso di disoccupazione giovanile è diminuito al 16,7% nel 2023, con proiezioni per ulteriori riduzioni al 15,4% nel 2024. La popolazione NEET under 30 ha mostrato una contrazione significativa, passando a 1.405.000 nel 2023, un calo del 28,3% rispetto al 2019.
Settore del lavoro domestico in crisi
Nel 2024, il comparto del lavoro domestico ha visto una significativa crisi, con una perdita di 140.000 posti di lavoro regolari negli ultimi due anni. Il numero di lavoratori regolari era sceso a 833.874 nel 2023, dopo un picco nel 2020. La crescita dei lavoratori italiani, che nel 2014 erano 216.130 ed oggi sono 259.689, si contrappone alla diminuzione dei lavoratori stranieri. La necessità di regolarizzazione nel settore è emersa, con il Censis che ha rivelato che l’80% delle famiglie ha trovato insufficienti le quote disponibili per il lavoro domestico.