Aci Informatica in Rivolta: La Manovra Minaccia il Futuro dei Lavoratori

Le recenti disposizioni della Legge di Bilancio, in particolare l’articolo 116, sollevano preoccupazioni significative per il bilancio dell’ACI. Questo provvedimento prevede un prelievo forzoso di 50 milioni di euro all’anno a partire dal 2025. L’ACI è un ente pubblico non economico e, a questo riguardo, i lavoratori di Aci Informatica, che hanno partecipato a uno sciopero generale, avvertono che un simile prelievo potrebbe portare a un grave dissesto finanziario, con inevitabili conseguenze sul mercato occupazionale e sulla qualità del servizio pubblico offerto agli automobilisti.

funzioni di aci informatica

ACI Informatica è una società integralmente di proprietà dell’ACI, con attività regolate da una convenzione pluriennale. Questa società impiega oltre 500 dipendenti sotto il CCNL Metalmeccanico e si occupa della progettazione, sviluppo e gestione dei servizi legati alle pratiche automobilistiche. Questi includono, ma non si limitano a, operazioni relative al PRA, ai pagamenti delle tasse, alla mobilità e al turismo, fornendo supporto diretto agli utenti. ACI Informatica svolge un ruolo chiave come intermediario tra tecnologia, amministrazioni pubbliche e cittadini, mirando a migliorare l’efficienza dei servizi legati alla mobilità.

impatti per i lavoratori

Secondo i lavoratori di Aci Informatica, l’implementazione dell’articolo 116 comporterebbe “effetti drammatici” sui bilanci dell’ACI. Il prelievo di 50 milioni all’anno metterebbe a rischio un bilancio già in sostanziale pareggio, causando perdite economiche insostenibili. Questo scenario potrebbe significare un ridimensionamento delle attività dell’ACI, con il potenziale di portare a licenziamenti per migliaia di lavoratori.

ripercussioni per le casse statali

L’articolo 116 ha il potenziale di aumentare i costi per lo Stato. La perdita di posti di lavoro nelle società controllate comporterebbe la necessità di fondi per le misure di sostegno economico legate ai licenziamenti, come la Naspi. Inoltre, la ricollocazione del personale dell’ACI, attualmente autofinanziato, comporterebbe ulteriori costi per le amministrazioni pubbliche interessate.