Il recente voto sulla Commissione von der Leyen bis ha portato alla luce dinamiche politiche inedite e una differente cornice rispetto alle precedenti elezioni. Con una maggioranza del 53,77% sui voti espressi, si tratta della percentuale più bassa mai registrata, che ha influenzato l’assetto dei gruppi parlamentari europei.
risultati del voto e confronti storici
Nonostante i preparativi intensivi che hanno preceduto il voto, la Commissione von der Leyen bis non ha raggiunto il quorum di 401 voti a favore, come sarebbe stato necessario per replicare il successo della precedente commissione. La nuova squadra esecutiva ha ricevuto soli 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astenuti, su un totale di 688 votanti. Questa situazione ha fatto registrare, secondo i conteggi, la minor quantità di sostenitori mai vista per una Commissione dell’Unione Europea.
Il dato storico di 370 voti è cresciuto come un campanello d’allarme rispetto ai 461 voti favorevoli ricevuti dalla von der Leyen nel 2019. I precedenti storici delle varie Commissioni mostrano un trend di voti favorevoli piuttosto alto:
- Commissione Santer (1995): 417 voti a favore
- Commissione Prodi: 510 voti a favore
- Commissione Barroso uno: 478 voti a favore
- Commissione Barroso due: 488 voti a favore
- Commissione Juncker: 423 voti a favore
divisione dei gruppi parlamentari
Il voto sulla nuova Commissione ha evidenziato anche una frammentazione significativa tra i gruppi parlamentari. Secondo l’eurodeputato del Movimento Cinque Stelle, Gaetano Pedullà, molti gruppi si sono “spappolati”. Il Partito Popolare Europeo (PPE) ha mostrato una forte coesione, con il supporto anche da parte di Forza Italia, ma ha perso il supporto del Partido Popular spagnolo, in mezzo a conflitti interni. I Socialisti e Democratici hanno registrato 25 voti contrari e 18 astenuti nonostante il supporto prevalente.
I Patrioti, compreso il gruppo della Lega e i membri ungheresi di Fidesz, hanno votato tutti contro, così come i membri della sinistra e della destra estrema, mentre i Liberali di Renew si sono espressi maggiormente a favore della Commissione con sei astenuti. Tra i Conservatori dell’ECR, c’è stata una netta divisione, con 39 voti contrari rispetto a 33 favorevoli.
analisi della politica italiana
Esaminando il contesto italiano, la situazione appare complessa, con divisioni anche all’interno di maggioranza e opposizione. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno espresso voto a favore, mentre la Lega ha votato contro. Dall’altro lato, il Partito Democratico ha sostenuto la Commissione, a eccezione di due indipendenti.
L’affermazione di rispettivi leader sulla stabilità della Commissione e il recente spostamento verso l’ECR hanno creato un quadro di indebolimento numerico per la maggioranza. Questa fase ha portato diversi politici a esprimere preoccupazioni riguardo alla mancanza di una strategia solida e alla crescente influenza della destra all’interno del Parlamento, con il riconoscimento della presenza di duecento deputati di estrema destra che influenzano le decisioni legislative.
- Ursula von der Leyen – Presidente della Commissione Europea
- Raffaele Fitto – Vicepresidente esecutivo
- Manfred Weber – Leader del PPE
- Nicola Zingaretti – Capodelegazione del PD
- Gaetano Pedullà – Eurodeputato del Movimento Cinque Stelle
- Carlo Fidanza – Capodelegazione di Fratelli d’Italia