La recente sentenza della Corte d’Assise di Milano ha suscitato una forte risonanza in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il verdetto ha visto come protagonista Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, avvenuto a Senago il 27 maggio 2023. La vittima, incinta di sette mesi, è stata brutalmente ferita con 37 coltellate.
la sentenza della corte
La Corte, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, ha riconosciuto a Impagnatiello la responsabilità di un omicidio con numerose aggravanti. Oltre all’ergastolo, è stata disposta un’ulteriore pena di isolamento diurno per tre mesi. Le aggravanti includono la premeditazione, il legame affettivo tra i due e la crudeltà dell’azione, ma non sono state accolte quelle relative ai futili motivi, così come richiesto dalla Procura.
il flash mob dei familiari
La condanna ha fatto scaturire una manifestazione di protesta da parte della famiglia della vittima, che ha organizzato un flash mob di fronte al tribunale. Durante l’evento, la sorella di Giulia, Chiara, ha esibito una spilla raffigurante la sorella incinta, decorata con un fiocco rosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere. L’immagine è stata condivisa anche dai genitori della vittima, Franco Tramontano e Loredana Femiano, con un messaggio d’affetto.
la confessione dell’omicida
Alessandro Impagnatiello ha confessato il crimine il primo giugno 2023, rivelando dove aveva occultato il corpo di Giulia, avvolto in sacchetti di plastica. La ricostruzione del delitto ha evidenziato la disumanità dell’azione: dopo l’omicidio, ha tentato di darle fuoco in due occasioni e ha inscenato la scomparsa della compagna spostandola in diversi luoghi prima di disfarsene. L’autopsia ha confermato la gravità e il numero delle ferite subite.
personalità coinvolte
– Alessandro Impagnatiello: condannato per omicidio
– Giulia Tramontano: vittima dell’omicidio
– Antonella Bertoja: giudice della Corte
– Chiara Tramontano: sorella della vittima
– Franco Tramontano: padre della vittima
– Loredana Femiano: madre della vittima
La condanna ha spostato l’attenzione su un tema cruciale della società contemporanea, rinnovando l’impegno collettivo nella lotta contro la violenza di genere.