La violenza di genere: un problema vicino e familiare
La magistratura milanese affronta il complesso fenomeno della violenza di genere, evidenziando che tale problematica non può essere ridotta a un’immagine stereotipata del “cattivo”. La sostituta procuratrice Rosaria Stagnaro, con anni di esperienza nel settore, sottolinea come il volto della violenza risieda spesso in individui a noi noti e vicini.
Riflessioni sulla violenza domestica
Affrontando l’argomento della violenza di genere, Stagnaro afferma che “non esiste un identikit dell’uomo violento”, sostenendo che tale idea rappresenta una percezione tranquillizzante per molti. Questa visione consente di etichettare gli aggressori come estranei, distogliendo l’attenzione dalla verità che spesso i perpetratori sono padri, fratelli, fidanzati o nonni. Durante un’intervista, ha dichiarato riguardo alla violenza che “è familiare, è prossima e vicina” e non può essere relegata ai margini della società.
La necessità della denuncia
Stagnaro enfatizza l’importanza di denunciare. Le vittime di violenza devono sapere che “non è vero che non accade nulla” e che le autorità sono pronte ad ascoltarle. Solo nel 2024, si sono registrati quasi 100 femminicidi, ma molte donne non hanno mai denunciato gli abusi subiti. Le ragioni dietro questa mancanza di denuncia risiedono spesso nella paura e nell’isolamento indotto dai violenti, i quali cercano di mantenere un controllo psicologico e materiale sulle vittime.
Il ruolo del processo penale
Secondo Stagnaro, il processo penale può rappresentare “un nuovo inizio” per la vittima, trasformando la sua percezione da quella di un oggetto di possesso a quella di una donna che ha subito un’ingiustizia. È fondamentale che le istituzioni siano attrezzate per supportare le vittime, fornendo informazioni su centri antiviolenza e assistenza legale, affinché le donne non si sentano sole nella loro lotta.
Il contesto istituzionale e le riforme
Le recenti riforme, tra cui il ‘codice rosso’, hanno introdotto strumenti legislativi più rapidi ed efficaci per affrontare la violenza di genere, considerata un fenomeno criminologico di stabilità, piuttosto che un’emergenza isolata. Ogni quattro giorni, si registra un caso di femminicidio, evidenziando che è necessaria maggiore consapevolezza e supporto nelle comunità locali.
Conclusioni
Il settore giuridico e sociale deve lavorare insieme per creare un ambiente di supporto alle vittime e incoraggiarle a rompere il silenzio. La presenza di personale specializzato in istituti scolastici, servizi sociali e consultori può rivelarsi decisiva per il primo contatto e per il successivo percorso di recupero delle vittime.