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Oscar Herrejón, 64 anni, accusato di violenza sessuale plurima nei confronti di dipendenti di una banca messicana, è attualmente ricercato dall’Interpol. Arrestato a giugno a Roma, è intenzionato a essere estradato nel suo paese per dimostrare la sua innocenza riguardo allo scandalo che lo coinvolge. Ex dirigente bancario e uomo d’affari, si trovava in Italia per partecipare al matrimonio di suo figlio, un importante esponente della Masari Casa de Bolsa e vicino al leader del Partito Rivoluzionario Istituzionale, Alejandro Moreno.
La sua cattura è avvenuta grazie a un alert alloggiati che ha indicato la sua presenza in un bed and breakfast a piazza di Spagna. Nonostante i tentativi dei familiari di giustificare la sua assenza, il 13 giugno, gli agenti lo hanno arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli. Successivamente, è stato emesso un ulteriore mandato d’arresto per frode processuale collegato a un contenzioso con l’istituto bancario dal quale era stato assunto anche come consulente esterno post-pensionamento.
La richiesta di estradizione e la difesa
Herrejón, difeso da un team dello studio International Lawyers Associates, ha cercato di ottenere i domiciliari presso un’abitazione a Montecarlo, ma la richiesta è stata negata dalla Corte d’Appello di Roma a ottobre. Ora, ritiene che sia possibile dimostrare la sua innocenza, dichiarando che le accuse di violenza sessuale e frode siano false e strumentali, originate dalla sua decisione di citare in giudizio la banca messicana per licenziamento illegittimo.
Commento legale
Secondo il legale Alexandro Maria Tirelli, il signor Herrejón ha deciso di rinunciare alla procedura di opposizione all’estradizione, manifestando desiderio di affrontare le accuse in Messico. Sebbene consapevole delle difficoltà, dimostra coraggio e fiducia nella giustizia.
Preoccupazioni sui diritti umani
È importante sottolineare come, in Messico, i reati di violenza sessuale possano comportare pene severi, fino a 30 anni di reclusione. Inoltre, le condizioni delle carceri sono state oggetto di critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani, e risulta fondamentale garantire che il processo avvenga nel rispetto dei diritti fondamentali dell’imputato.
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