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Un’auto di un allevatore di San Luca è stata trovata completamente bruciata in una zona rurale della Locride. Le indagini sul caso stanno avanzando rapidamente.
22 novembre 2024 | 10.31
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Emergono nuove ipotesi riguardo ai resti rinvenuti nell’auto carbonizzata di Antonio Strangio, un allevatore 42enne originario di San Luca (Reggio Calabria). Si sospetta che i resti possano essere di origine umana, contrariamente a quanto indicato inizialmente, ovvero di origine animale.
Per confermare la natura dei resti, saranno effettuati accertamenti dal Ris di Messina sul DNA, richiesti dalla Procura di Locri a seguito del sequestro del veicolo. Il fuoristrada è stato trovato dai carabinieri della Compagnia di Bianco, distrutto da un incendio, in una zona rurale della Locride. Non sono state escluse piste investigative da parte degli inquirenti.
Antonio Strangio è figlio di Giuseppe Strangio, noto boss di ndrangheta, condannato nel 1974 per omicidio e, nel 1988, per il rapimento di Cesare Casella, rimasto sequestrato per oltre due anni.
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