Una recente ricerca condotta da Babbel all’istituto OnePoll negli Stati Uniti ha messo in evidenza il fenomeno dell’email anxiety, ovvero l’impatto delle e-mail sul benessere mentale e sul comportamento dei lavoratori. I risultati mostrano come la gestione della posta elettronica possa essere fonte di stress significativo per i professionisti.
email anxiety: risultati della ricerca negli stati uniti
La ricerca ha rivelato che il 18% dei dipendenti statunitensi ha più di 1.000 e-mail di lavoro non lette, mentre un caso estremo riguarda una persona su 100 che ne ha oltre 50.000. Inoltre, il 60% degli intervistati ha dichiarato che l’alto volume di messaggi ricevuti incrementa il loro livello di stress. Un altro aspetto significativo è che il 28% degli intervistati ha percepito un impatto negativo sulla propria carriera a causa di almeno un’e-mail inviata.
Le e-mail occupano un ruolo centrale nella professionalità quotidiana, facilitando comunicazioni rapide e formali, ma il loro uso si accompagna a comportamenti come la procrastinazione nell’apertura dei messaggi. La Generazione Z è la più colpita, con oltre il 36% dei membri che ha circa 1.000 e-mail non lette.
l’impatto del linguaggio delle email
Un aspetto cruciale emerso dallo studio è che il 28% degli intervistati ha espresso rimpianto per il contenuto di un’e-mail di lavoro, mentre quasi 9 persone su 10 hanno riferito di essersi pentiti subito dopo l’invio. La natura formale delle e-mail, a differenza di altri strumenti di messaggistica, comporta un senso di irreversibilità delle comunicazioni.
Inoltre, una percentuale elevata, pari al 48%, giudica più severamente gli errori di battitura nelle e-mail rispetto ad altre piattaforme professionali. Le reazioni a messaggi automatici, come gli avvisi di assenza, hanno suscitato irritazione nel 33% degli intervistati, cifra che sale a 48% per la Gen Z.
il galateo delle email in evoluzione
Con l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo lavorativo, è in atto un cambiamento del ‘galateo’ delle e-mail. Infatti, più della metà dei partecipanti alla ricerca considera appropriato usare emoji nelle comunicazioni aziendali, mentre solo il 29% lo giudica inadeguato.
La ricerca sottolinea come la tradizionale comunicazione via e-mail sta subendo mutamenti. La crescente interazione tra il linguaggio informale usato nei social media e le comunicazioni lavorative mostra un’evidente evoluzione nel comportamento professionale. Le dinamiche comunicative attuali mostrano l’influenza dei cambiamenti tecnologici e sociali nella definizione delle nuove regole di interazione.