missile balistico intercontinentale russo in ucraina
Recenti eventi nella guerra in Ucraina hanno suscitato interrogativi sul motivo per cui la Russia, in circostanze poco chiare, avrebbe lanciato un missile balistico intercontinentale RS-26 Rubezh. Questo missile, caratterizzato da una gittata di quasi 6.000 chilometri, può essere dotato di testate nucleari, sollevando perplessità sul tipo di obiettivo da colpire a una distanza relativamente ridotta.
l’analisi degli esperti
La notizia del presunto attacco ha spinto diversi esperti militari a esprimere le proprie opinioni. Secondo il generale Marco Bertolini, ex comandante del Coi, l’uso di un missile di tale calibro per colpire un obiettivo in Ucraina, ubicato a poche centinaia di chilometri, appare insensato. Bertolini ha evidenziato che l’Ucraina è raggiungibile anche con mezzi meno complessi. Inoltre, ha suggerito che un simile lancio potrebbe servire come messaggio da parte della Russia, per dimostrare che le nuove tendenze nella dottrina nucleare del paese sono realmente operative.
Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha messo in guardia contro le informazioni non verificate, affermando che, sebbene gli attacchi missilistici non abbiano generalmente prodotto danni significativi, l’uso di un missile intercontinentale è stato eccessivo rispetto all’obiettivo. Secondo Tricarico, l’intento di Putin potrebbe essere quello di esercitare terrore e deterrenza, mostrando la potenza di fuoco russa.
le conclusioni degli esperti
In sintesi, il lancio di un missile balistico intercontinentale da parte della Russia, se confermato, potrebbe rappresentare un atto più simbolico che strategico. Gli esperti concordano sul fatto che l’evento potrebbe rientrare in una logica di propaganda piuttosto che in un’effettiva necessità militare. Resta comunque da valutare l’effettivo impatto e la risposta internazionale a tali azioni.
- Generale Marco Bertolini
- Generale Leonardo Tricarico