Sette supporters della Lazio saranno giudicati per i cori antisemiti intonati durante il derby contro la Roma, che si è svolto il 19 marzo 2023 allo Stadio Olimpico. La Procura di Roma, al termine di un’indagine approfondita, ha formalizzato nei confronti degli imputati l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
L’episodio incriminato: cori antisemiti nel derby Lazio-Roma
Il fatto è avvenuto durante un momento cruciale del derby, quando nel settore riservato ai tifosi della Lazio sono iniziati a farsi sentire cori con contenuto offensivo e discriminatorio. Secondo l’accusa, i sette tifosi avrebbero agito in sinergia con altre persone, attualmente non identificate. Le frasi incriminate, apertamente antisemite, sono state ripetute anche da altre zone dello stadio. Tra i cori, di particolare gravità è stato trovato quello che recitava: “In sinagoga vai a pregare, ti faremo sempre scappare, romanista vaff…”.
Le accuse
I cori intonati hanno avuto conseguenze significative. Gli inquirenti hanno ritenuto che i tifosi abbiano incitato alla violenza e abbiano perpetrato atti di discriminazione etnica e religiosa, contribuendo alla diffusione di un clima d’odio. L’accusa, diretta dal pubblico ministero Erminio Amelio, si basa sull’articolo 604-bis del codice penale, che punisce la propaganda e l’istigazione per motivi discriminatori.
Le parti civili
La serietà dell’accaduto ha spinto la Comunità ebraica di Roma e l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) a costituirsi parte civile nel processo. Le due organizzazioni, rappresentate dall’avvocato Roberto De Vita, si sono unite per enfatizzare l’importanza di combattere qualsiasi forma di antisemitismo e razzismo, anche negli stadi, spazi spesso teatro di simili episodi.
La data del processo
Il procedimento giudiziario avrà inizio il 7 aprile 2025, con la prima udienza fissata presso il tribunale di Roma. Questo sarà un momento cruciale per accertare le responsabilità individuali degli imputati e sottolineare la necessità di un impegno collettivo per contrastare il fenomeno dei cori discriminatori negli stadi italiani.
Una piaga nel calcio italiano
L’episodio del derby Lazio-Roma si colloca in un contesto più ampio, dove il calcio italiano deve affrontare la difficile sfida di estirpare comportamenti discriminatori e razzisti dagli spalti. Nonostante le campagne di sensibilizzazione e le sanzioni sempre più severe, si verificano continui episodi analoghi, sollevando interrogativi sulla cultura sportiva e sull’efficacia dei controlli.
Il segnale della giustizia
Il rinvio a giudizio dei sette tifosi rappresenta un segnale significativo. Le autorità intendono dimostrare che episodi di tale natura non possono essere tollerati né minimizzati. Gli stadi devono tornare ad essere spazi di aggregazione positiva, dove il tifo e la rivalità sportiva non si trasformino in odio e discriminazione.
Questo processo, oltre a stabilire eventuali responsabilità penali, si prefigge di diventare un banco di prova per l’intera società italiana. Si auspica che possa rafforzare il messaggio che l’odio, in qualsiasi forma, non ha spazio nello sport e nella società.