Scoperte Nuove Terapie Efficaci per la SLA: Intervista Esclusiva con l’Esperto UniMi

Situazione attuale sulla sclerosi laterale amiotrofica

Il 54esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia (Sin) si è svolto a Roma, affrontando tematiche cruciali riguardanti la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). La Sla è una grave malattia neurodegenerativa che comporta una progressiva perdita dei motoneuroni, causando disabilità significative e una prognosi spesso infausta. Valeria Sansone, professore ordinario all’Università di Milano e al Centro Clinico Nemo di Milano, ha rimarcato l’importanza di approfondire i complessi meccanismi della malattia e l’urgenza di scoprire nuovi bersagli terapeutici.

Progresso nella diagnosi e nella terapia

Negli ultimi anni, si sono registrati significativi progressi nei criteri diagnostici e nell’identificazione dei biomarcatori, i quali hanno portato a diagnosi più tempestive e accurate. Inoltre, nonostante i trattamenti esistenti offrano alcuni vantaggi, emerge la necessità di sviluppare terapie più efficaci. Le mutazioni genetiche, in particolare nel gene della superossido dismutasi 1 (Sod1), sono state identificate come fattori critici nella patogenesi della Sla, rappresentando circa il 2% dei casi.

Strategie terapeutiche innovative

Per affrontare le tossicità legate alle mutazioni di Sod1, sono state elaborate strategie per sopprimere la sua espressione genica. Un esempio di approccio innovativo è rappresentato dall’uso dell’oligonucleotide antisenso (Aso), un filamento di RNA progettato per legarsi all’mRNA di Sod1. Il 2023 ha visto l’approvazione del tofersen, il primo farmaco Aso per la Sla. Questo farmaco inibisce la produzione della proteina Sod1 tossica, rallentando il decorso neurodegenerativo e riducendo i neurofilamenti, che sono marcatori di danno neuronale.

Nuovi sviluppi nella distrofia muscolare di Duchenne

Il congresso ha anche messo in evidenza le scoperte nel campo delle distrofie muscolari, in particolare per la distrofia muscolare di Duchenne. Recentemente è stato reso disponibile un programma di uso compassionevole per il farmaco givinostat, un inibitore delle istone deacetilasi (Hdac), destinato a bambini a partire dai sei anni e in possesso di capacità motorie. Questo farmaco mira a migliorare i meccanismi di riparazione delle fibre muscolari, riducendo l’infiammazione e la fibrosi, presentando così la possibilità di rallentare l’evoluzione della patologia e di preservare la funzione motoria.

Obiettivi terapeutici e speranze future

È attesa, nei prossimi studi clinici, l’ulteriore convalida dell’efficacia e della sicurezza a lungo termine di tofersen e di giovinsonat. I nuovi approcci terapeutici rappresentano un passo fondamentale nella comprensione della fisiopatologia della Sla e nella formulazione di strategie di trattamento più efficaci per i disturbi del sistema nervoso centrale.

  • Valeria Sansone, professore ordinario Università di Milano, Centro Clinico Nemo Milano