Sclerosi Multipla: Scopri Come la Cladribina Rallenta la Disabilità Secondo il Neurologo Gasperini

innovazioni nel trattamento della sclerosi multipla

Il cladribina rappresenta un’innovazione significativa nel trattamento della sclerosi multipla, grazie al suo meccanismo d’azione definito “immuno-ricostituente”. Questo farmaco riesce a depletare i linfociti B e T, le cellule responsabili dell’attacco alla mielina, limitando così il danno tissutale e la progressione della disabilità.

meccanismo d’azione del cladribina

La somministrazione di cladribina porta a una riduzione dei linfociti B e T, consentendo al midollo di forme nuove cellule immunitarie che non possiedono memoria contro la mielina. Questo processo promette di controllare l’aggressione verso la mielina per un periodo prolungato, contribuendo così a una stabilizzazione della malattia.

modalità di somministrazione e risultati clinici

Il direttore dell’Uoc di Neurologia dell’ospedale San Camillo di Roma ha evidenziato che il farmaco viene somministrato in forma orale per un ciclo di due settimane. Dopo questo periodo, il paziente non richiede ulteriori dosi per un anno, seguendo quindi un ciclo ripetitivo per un massimo di quattro anni, nel caso in cui i risultati siano favorevoli.

risultati dello studio Magnify

I dati presentati riguardo allo studio Magnify, mostrano che circa l’80% dei pazienti è esente da progressione della disabilità motoria e dalle nuove lesioni osservate tramite risonanza magnetica. Questo evidenzia un’efficacia notevole nel controllo anche del deficit cognitivo.

profilo di sicurezza e indicazioni terapeutiche

Un ulteriore aspetto positivo riguarda il profilo di sicurezza del cladribina. Non sono stati segnalati effetti collaterali significativi, rendendo il farmaco idoneo anche per i pazienti di età superiore ai 50 anni, nei quali la riduzione delle difese immunitarie è un tema importante. La post-doc analysis ha dimostrato che non ci sono stati effetti avversi anche in questa fascia di età.

indicazioni terapeutiche

Il cladribina si dimostra quindi versatile, adatta per l’impiego sia nei pazienti giovani all’inizio della malattia, sia in quelli con una manifestazione tardiva o che non rispondono più ad altre terapie.

ospiti e membri del cast

  • Claudio Gasperini – Direttore dell’Uoc di Neurologia dell’ospedale San Camillo di Roma
  • Coordinatore del Gruppo di studio della sclerosi multipla della Società italiana di neurologia