Test genomici e cancro alla mammella: un tema di cruciale importanza, soprattutto alla luce delle recenti ricerche presentate durante il Congresso nazionale dell’Associazione italiana oncologia medica.
10 novembre 2024 | 13.08
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Il ruolo dei test genomici
Il cancro alla mammella, che si conferma il più comune tra le donne e causa principale di mortalità per tumore, ha visto un notevole avanzamento nella gestione terapeutica grazie ai test genomici. Questi test consentono agli oncologi di selezionare il trattamento più adeguato, finalizzato a ridurre il rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico.
Strategie terapeutiche e rischio di recidiva
La valutazione dell’esame istologico da parte del team multidisciplinare della Breast Unit è fondamentale per definire il rischio di recidiva. Per le pazienti con tumori che presentano recettori per gli estrogeni, si raccomanda:
- Terapia ormonale e chemioterapia per quelle ad alto rischio;
- Terapia ormonale esclusiva per quelle a basso rischio, nonostante la possibilità di effetti collaterali.
Importanza dei test per le pazienti a rischio intermedio
Per le pazienti con rischio intermedio, il test genomico è cruciale per valutare l’aggressività del tumore, permettendo di optare per l’ormonoterapia evitando la chemioterapia. Questo approccio non solo diminuisce i potenziali effetti collaterali della chemioterapia, come: alopecia, nausea, stanchezza, ma contribuisce a:
- Ridurre il tempo necessario per le visite ospedaliere;
- Migliorare la qualità di vita delle pazienti;
- Risparmiare costi diretti e indiretti per il Sistema sanitario nazionale.
Obiettivo dell’Osservatorio sui test genomici
Il primo Osservatorio sui test genomici, avviato da Aiom, si propone di monitorare l’utilizzo di queste analisi molecolari sul territorio italiano, con l’obiettivo di garantire una maggiore omogeneità nel loro impiego.