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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si è mostrato ottimista riguardo alla possibilità che il decreto sui Paesi considerati sicuri riesca a superare le recenti criticità relative alla convalida dei trattamenti da parte dell’autorità giudiziaria. Nonostante ciò, il Tribunale di Catania ha già annullato un provvedimento di trattenimento per un migrante, affermando che “l’Egitto non è un Paese sicuro”.
04 novembre 2024 | 17.19
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Un nuovo gruppo di migranti è stato accolto oggi, 4 novembre, a bordo della nave Libra della Marina Militare, al largo delle acque internazionali a sud di Lampedusa. Dopo un controllo iniziale a bordo, i migranti saranno trasferiti nei centri in Albania.
Piantedosi: con decreto Paesi sicuri problema superato
Le operazioni di trasferimento dei migranti verso l’Albania sono destinate a riprendere. Il ministro Piantedosi ha dichiarato di essere fiducioso che il nuovo decreto sui Paesi sicuri possa risolvere le problematiche legate alla mancanza di convalida dei trattenimenti. Ha evidenziato che, se non avesse avuto questa fiducia, non sarebbe stato possibile procedere.
In caso di future convalidazioni non riuscite, il ministro ha ricordato che “ci sono le sedi opportune” per affrontare tali questioni. Allo stesso modo, ha confermato che il protocollo Italia-Albania è un progetto imprescindibile da continuare, in vista della regolamentazione europea che entrerà in vigore nel 2026.
Tribunale di Catania: in Egitto gravi violazioni dei diritti umani
Contrariamente alle affermazioni del ministro, l’ottimismo è stato messo in discussione da un intervento del Tribunale di Catania, il quale ha annullato il trattenimento di un migrante egiziano, sostenendo che l’Egitto non presenta garanzie di sicurezza. Secondo i giudici, nel Paese si registrano gravi violazioni dei diritti umani, in contrasto con quanto previsto dal diritto europeo.
I magistrati hanno osservato che tali violazioni colpiscono una vasta gamma di persone e minano le libertà fondamentali caratteristiche di un ordinamento democratico. Questo rappresenta il primo intervento successivo all’approvazione del nuovo decreto sui Paesi sicuri.
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