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“Le carceri minorili non hanno un’efficace funzione riabilitativa, bensì sembrano agire come sistemi premiali: i giovani che ne escono risultano ancor più coinvolti in circuiti devianti.”
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Daniela Di Maggio, madre di GiòGiò, il giovane musicista tragicamente assassinato a Napoli nell’agosto 2023, esprime il suo dolore in merito alla recente scomparsa di Santo Romano, un 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio. La Di Maggio riporta quanto gli è stato detto: “Questa storia è devastante”. In un video dedicato a GiòGiò, i bambini del quartiere Barra rendono omaggio al giovane con un rap che riassume la brutalità della sua morte e il materialismo della società contemporanea.
La madre afferma: “Attenzione, noi moriremo per mano di bambini”, sottolineando il fenomeno della violenza giovanile. Di Maggio evidenzia come il perpetratore del delitto di suo figlio, un minorenne già responsabile di un tentato omicidio, fosse stato inserito in un programma di messa alla prova. “Il killer di Santo è stato rilasciato dopo aver usufruito di sconti di pena”. Secondo lei, le carceri minorili non offrono opportunità di recupero, bensì apportano ricompense: i ragazzi hanno accesso a svaghi come videogiochi e corsi di cucina.
Per la Di Maggio, è chiaro che: “un minore che commette un omicidio efferato deve affrontare una pena come un adulto”.
Secondo la madre, “bassi livelli di istruzione e educazione alimentano la violenza tra i giovani”. Propone interventi precoci, suggerendo che i minori dovrebbero essere allontanati dai loro genitori in situazioni di rischio. “L’humus familiare può risultare tossico”. Dichiarando la sua indignazione, afferma che senza un adeguato processo di riabilitazione, “ci sarà un aumento di giovani armati pronti a recare danno.”
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