commento sul welfare e sulle entrate fiscali
Il presidente di Cida, Stefano Cuzzilla, ha espresso le proprie considerazioni riguardo le risultanze dell’Undicesimo Osservatorio sulle entrate fiscali e sul finanziamento del welfare. Questo rapporto, curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali con il supporto di Cida, è stato presentato recentemente presso la Camera dei Deputati.
tendenze occupazionali e sostenibilità del welfare
Cuzzilla ha evidenziato una tendenza positiva nella dichiarazione dell’Irpef dell’anno precedente, che indica un incremento dell’occupazione. Questo aumento nel numero di contribuenti nelle fasce medie è considerato un fattore cruciale per assicurare la sostenibilità del welfare pubblico nel futuro. Il presidente ha sottolineato l’importanza di non gravare ulteriormente sul ceto medio, avvertendo che una maggiore tassazione in un periodo di crescita potrebbe avere conseguenze recessive per l’intero sistema economico.
- Stefano Cuzzilla – Presidente di Cida
- Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
- Camera dei Deputati
criticità del sistema fiscale italiano
Il presidente ha approfondito la questione dell’equità fiscale, spiegando che chi guadagna oltre 55.000 euro è responsabile di circa il 42% del gettito fiscale, ma non riceve adeguati servizi in cambio. A complicare il quadro interviene la nuova manovra, con tagli alle detrazioni per chi supera i 75.000 euro, che rappresenta di fatto un incremento della tassazione per i contribuenti più elevati. Questo scenario invia un messaggio preoccupante, indicando che in Italia non è vantaggioso produrre o innovare.
Secondo Cuzzilla, un quinto dei contribuenti dichiara redditi trascurabili o nulli, rivelando una realtà economica inadeguata per una nazione considerata una delle maggiori potenze industrializzate. La condizione attuale induce a dipendere sempre più dall’assistenza e dall’assistenzialismo, contribuendo a un’economia sommersa in espansione.
impatto dell’inflazione e delle spese per il welfare
Ulteriori preoccupazioni riguardano l’inflazione, che ha eroso il 24% del potere d’acquisto in un periodo di 15 anni. Cuzzilla si interroga sulla sostenibilità di questo sistema, dato che la minoranza di coloro che producono e contribuiscono continua a finanziare sanità, assistenza sociale e servizi per la collettività, spesso senza ricevere benefici diretti.
- Contributo fiscale e servizi pubblici
- Disparità nella distribuzione del reddito
- Dipendenza dall’assistenza sociale
- Espansione dell’economia sommersa