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Un episodio controverso ha avuto luogo a Bari, dove è stato avviato un procedimento disciplinare.
25 ottobre 2024 | 16.19
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A Bari, una madre ha lasciato in ospedale la propria figlia appena nata. Senza conoscere le condizioni personali ed economiche della donna, un’infermiera della struttura ha duramente criticato il gesto, etichettando la madre come “senza cuore” in un post sui social media. Questo post, ora rimosso, includeva anche una foto della neonata e giudizi personali sulla madre. La situazione ha attirato l’attenzione dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari, che ha avviato un’istruttoria per accertare possibili violazioni del codice deontologico.
Nel messaggio incriminato, l’infermiera ha descritto la scelta della madre come una manifestazione di “freddezza inaudita”. Inoltre, ha lanciato un appello per raccogliere beni di prima necessità per la neonata. Nonostante l’intenzione apparente di offrire aiuto, questo gesto ha generato conseguenze inaspettate. Il presidente dell’Ordine di Bari, Saverio Andreula, ha annunciato che saranno effettuati tutti gli accertamenti necessari per valutare eventuali infrazioni alle normative professionali.
L’infermiera ha presentato una memoria difensiva, affermando che il suo intento era quello di sensibilizzare la comunità e procurare aiuti per la neonata. Saverio Andreula ha dichiarato che l’Ordine procederà con tutte le verifiche del caso e prenderà le misure appropriate in merito a possibili sanzioni.
Neonati lasciati in ospedale: un fenomeno in calo
Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), ha dichiarato che, sebbene non siano disponibili dati recenti, il fenomeno dei neonati non riconosciuti risulta in calo anche tra le madri straniere. Questo è un segnale positivo, indicante il buon funzionamento di alternative sicure come il parto in anonimato o iniziative come le culle per la vita. Possono persistere casi isolati che non terminano bene per i neonati.
Attualmente non esistono cifre ufficiali recenti riguardanti i neonati non riconosciuti. L’ultima indagine, risalente a un periodo tra luglio 2013 e giugno 2014, ha evidenziato che su un campione di 80.060 nati, 56 erano neonati non riconosciuti da madri italiane. Di questi, il 62,5% era rappresentato da madri straniere, mentre il 37,5% da madri italiane, con un’età media di 18-30 anni nel 48,2% dei casi.
Orfeo sottolinea l’importanza del sistema legislativo vigente che permette il parto in anonimato. Ciò consente alle madri di lasciare i neonati nelle strutture ospedaliere in un ambiente protetto e sicuro, mantenendo il riserbo sulla propria identità.
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