Crink: La Nuova Minaccia per l’Ucraina dall’Asse del Male di Putin e Kim

L’attuale equilibrio globale è messo a dura prova dalla formazione di un nuovo asse di potere, definito Crink, un acronimo che riunisce i nomi dei regimi coinvolti nella crisi ucraina: Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. Secondo quanto riportato da Politico, questa alleanza informale ha spinto la NATO a intensificare i propri legami con gli Stati dell’Indo-Pacifico, che condividono simili valori e preoccupazioni. Recentemente, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone hanno partecipato per la prima volta a un incontro dei ministri della difesa della NATO a Bruxelles.

ruolo di russia, iran, corea del nord e cina nel conflitto ucraino

L’Iran sta supportando attivamente Mosca fornendo droni Shahed, utilizzati frequentemente per colpire target in Ucraina, e ha inviato consulenti militari nella zona di conflitto. Sebbene sia stato denunciato dagli Stati Uniti e da Kiev che l’Iran avrebbe inviato a Mosca anche missili balistici, Teheran ha categoricamente negato queste accuse. Dall’altra parte, la Corea del Nord ha intensificato le sue forniture, inviando ingenti quantità di munizioni di artiglieria e missili, elementi cruciali per le forze russe. Inoltre, si sostiene che Pyongyang abbia schierato migliaia di soldati al fronte.

Per quanto riguarda la Cina, Pechino afferma di non fornire armi alla Russia, ma gli Stati Uniti sono convinti che il governo cinese stia contribuendo a sostenere l’esercito di Putin. La Cina continua anche a comprare energia dalla Russia e la sua fornitura di chip e materiale tecnico è vitale per il mantenimento delle capacità militari russe. Esistono anche crescenti preoccupazioni relative all’atteggiamento aggressivo di Pechino nei confronti di altre nazioni asiatiche, come le Filippine, e per la sua crescente militarizzazione attorno a Taiwan.

nato e il consolidamento dei legami con l’indo-pacifico

All’interno della NATO, sono gli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna i principali sostenitori del rafforzamento delle relazioni con i Paesi dell’Indo-Pacifico, come evidenziato da Politico. Nonostante ciò, l’alleanza non è completamente uniforme nei suoi sforzi di espansione orientale. La Francia ha giovato a mantenere l’attenzione sulla sua tradizionale area d’azione, opponendosi all’idea di un nuovo ufficio NATO a Tokyo.

Alcuni Stati dell’Europa orientale, in particolare quelli confinanti con la Russia, sono maggiormente interessati a preparare il proprio territorio per potenziali conflitti con Mosca, piuttosto che focalizzarsi sull’Indo-Pacifico. La Cina ha più volte avvertito la NATO di non avvicinarsi eccessivamente a queste democrazie regionali.

Nonostante i Paesi dell’Indo-Pacifico non siano formalmente integrati nella NATO, le loro industrie della difesa collaborano strettamente con l’alleanza atlantica. Secondo Pat Conroy, ministro della difesa australiano, si registrano vari accordi recenti, come quelli tra Australia e Norvegia per la produzione di missili, tra Germania e Francia per veicoli blindati e munizioni.

Riflettendo sull’attuale stato delle interazioni, si segnala che la Corea del Sud è più vicina che mai alla NATO nel 2024. Le sue capacità produttive potrebbero superare le limitazioni europee dovute a decenni di spese difensive insufficienti. Infine, esperti come Oana Lungescu, del Royal United Services Institute, suggeriscono che ci siano spazi per una crescente presenza della NATO nell’Indo-Pacifico, attraverso esercitazioni militari congiunte regolari con i partner regionali.