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Un convegno recentemente svolto ha messo in luce il legame tra inquinamento ambientale e patologie onco-ematologiche. Gli esperti evidenziano come l’uso eccessivo di sostanze chimiche influenzi negativamente la salute pubblica.
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Durante l’evento, Vincenzo Pavone ha dichiarato che l’aumento dell’incidenza delle malattie onco-ematologiche, in particolare dei linfomi, è un problema epidemiologico. Negli ultimi cinquant’anni, l’incidenza è raddoppiata, fenomeno che potrebbe essere attribuito a migliori capacità diagnostiche, ma che rimane una questione pressante.
In particolare, le cause dell’aumento sono complesse e non completamente comprese, anche se il polluzione ambientale e l’uso eccessivo di sostanze chimiche giocano un ruolo chiave. Pavone sottolinea che molti di questi prodotti chimici, attraverso il suolo e le acque, arrivano sulla nostra tavola e nell’aria che respiriamo, accrescendo il rischio di malattie neoplastiche, specialmente quelle onco-ematologiche.
Questa situazione è ulteriormente aggravata da stili di vita poco salutari, tra cui:
- Fumo
- Obesità
- Uso di coloranti per capelli
- Consumo di pesce affumicato con nitriti
Il docente mette in evidenza che l’alimento inadeguato e gli oggetti in plastica che rilasciano ftalati nel cibo contribuiscono a questo scenario allarmante. Solo il 5% della popolazione italiana segue seriamente la dieta mediterranea, mentre la maggior parte non presta attenzione alla qualità alimentare e alle sue origini.
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