SPID e Porno: Max Felicitas Riaccende la Discussione sulla Tutela dei Minori

Negli ultimi giorni, il tema della regolamentazione dell’accesso ai contenuti pornografici online ha suscitato un acceso dibattito, coinvolgendo personalità come il pornoattore Max Felicitas e la giornalista Annarita Briganti. Durante un’intervista nel programma “La Zanzara”, condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, Felicitas ha espresso opinioni fortemente critiche riguardo all’idea di utilizzare lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, per accedere ai siti pornografici. L’attore ha messo in luce le possibili problematiche legate a questa proposta, sostenendo che non sarebbe efficace nel limitare l’accesso ai minorenni e, anzi, complicherebbe la vita degli adulti.

La posizione di Max Felicitas

Max Felicitas ha contestato l’idea di utilizzare lo SPID per accedere ai contenuti per adulti. Ha evidenziato che questa misura non sarebbe in grado di limitare l’accesso dei giovani, che potrebbero trovare modi alternativi per accedere ai contenuti pornografici. Facendo riferimento a piattaforme di messaggistica come WhatsApp e Telegram, ha sottolineato come i minorenni possano facilmente eludere tali restrizioni. Felicitas ha affermato: “Chi ha pensato a questa caata deve avere più di ottant’anni”, denunciano l’inadeguatezza delle norme rispetto alle realtà digitali moderne.

Secondo Felicitas, la chiave per affrontare la questione dovrebbe essere l’educazione sessuale per i ragazzi piuttosto che l’imposizione di barriere burocratiche. Ha affermato che la censura è inefficace, enfatizzando l’importanza di insegnare ai giovani a comprendere in modo critico i contenuti pornografici. Ha concluso il suo intervento con un riferimento satirico, dicendo: “Finirà che ogni volta che scoiamo, servirà mandare una PEC”*, sottolineando quanto possa complicarsi la vita intima.

Il punto di vista di Annarita Briganti

Dall’altra parte, Annarita Briganti ha presentato un’opinione divergente, sostenendo la necessità di regole chiare e di un sistema di protezione per i giovani. La giornalista ha difeso l’implementazione dello SPID, affermando che l’uso dello stesso non è così complesso come descritto da alcuni. Briganti ha argomentato che esistano misure necessarie per proteggere i minori dai contenuti inappropriati, dichiarando: “C’è bisogno di regole, non di censura”. In questo modo, ha messo in evidenza come le misure di controllo possano contribuire a una maggiore sicurezza online per i ragazzi.

Briganti ha anche affrontato tematiche più profonde riguardo alla professione del pornoattore, suggerendo che questa debba essere oggetto di riflessione critica. Ha affermato: “La professione sarebbe da eliminare e chi sfrutta il sesso andrebbe perseguito”, illustrando così la sua posizione netta a favore di una revisione delle normative attinenti all’industria del porno.

Le reazioni del dibattito

Il confronto tra Felicitas e Briganti ha stimolato reazioni anche dai conduttori David Parenzo e Giuseppe Cruciani. Parenzo ha sostenuto la posizione di Briganti, ritenendo che l’utilizzo dello SPID possa realmente rappresentare un avanzamento verso la protezione dei giovani. Al contrario, Cruciani si è mostrato più scettico, affermando che tali limitazioni abbiano un impatto limitato sui comportamenti, commentando: “Più sege, meno SPID”*.

Questo argomento ha aperto un ampio dibattito su temi cruciali come la libertà di espressione, la protezione dei minori e il ruolo dei media digitali. Resta centrale la questione di come trovare un equilibrio tra il diritto all’accesso libero e la necessità di proteggere i giovani da contenuti non adatti.