Al Pacino, figura emblematiche del cinema internazionale, ha scelto di aprire le porte della sua esistenza al pubblico tramite la sua autobiografia “Sonny Boy“. Pubblicato globalmente e in Italia da La Nave di Teseo, questo libro rappresenta una tappa importante nella carriera dell’illustre attore, che si presenta in modo vulnerabile e autentico, svelando sia i trionfi sia le difficoltà vissute. Ora che ha raggiunto i 84 anni, nonostante le complessità legate alla salute e le esperienze che hanno modulato il suo percorso, Pacino afferma di essere pronto a proseguire con la recitazione.
la formazione di al pacino: origini e ispirazioni
L’infanzia di Al Pacino nel South Bronx ha giocato un ruolo cruciale nel plasmare la sua personalità e il suo talento artistico. Cresciuto in un ambiente turbolento, Pacino si definisce un giovane avventuroso, alla ricerca di emozioni forti. Racconterà le sue avventure tra i tetti e le strade, rivelando le amicizie che l’hanno accompagna attraverso esperienze intense. Nonostante il richiamo della vita di strada, Pacino riconosce il fondamentale supporto di sua madre, Rose, che ha tentato di allontanarlo dai pericoli, guidandolo verso il teatro.
All’età di 15 anni, scopre il fascino del teatro dopo aver assistito a “Il Gabbiano” di Anton Čechov, innescando così una passione per la recitazione e per le figure che l’hanno influenzato. La biografia mette in luce come l’amore per il palcoscenico lo abbia distolto da compagnie poco raccomandabili e dai problemi giovanili. Con grande determinazione, Pacino si iscrive all’Actor’s Studio, dove apprende dagli illustri maestri, tra cui Lee Strasberg, che sottolinea l’importanza delle emozioni personali nell’interpretazione.
Desideroso di indipendenza, Pacino abbandona gli studi a 16 anni, sostenendosi con vari lavori, tra cui cameriere e fattorino. Le sue esperienze lavorative non solo lo hanno aiutato a finanziare il suo amore per il teatro, ma gli hanno anche fornito incontri e situazioni significative per il suo futuro artistico.
il trionfo cinematografico di pacino
Al Pacino conquista Hollywood grazie a una serie di film che hanno segnato un’epoca. A partire dal 1972 con “Il Padrino“, inizia un percorso ricco di ruoli memorabili, tra cui il detective Serpico e Michael Corleone. Malgrado il suo successo, Pacino rivela nel libro che inizialmente non era considerato la scelta ideale per il ruolo di Corleone. La Paramount aveva infatti proposto nomi di alto profilo come Jack Nicholson e Robert Redford, ma la visione di Francis Ford Coppola si è dimostrata determinante per la sua carriera.
Il clima teso durante le riprese di “Il Padrino” è vividamente descritto, con Pacino che rievoca i momenti di incertezza affrontati, culminando nella celebre scena al ristorante che segna una svolta nella sua carriera. Grazie a una performance intensa, ottiene la sua prima nomination all’Oscar, ma la statuetta arriverà solo con l’ottavo tentativo per “Profumo di donna”.
Oltre ai riconoscimenti, il libro rivela gli incontri determinanti con altre icone del cinema, tra cui Marlon Brando. Pacino esprime una complessa ammirazione per Brando, considerato una leggenda, raccontando aneddoti che arricchiscono la cronaca della sua vita.
da affrontare: sfide personali e dipendenza dall’alcol
La riuscita professionale nel cinema non implica necessariamente la felicità e il compimento personale. Al Pacino si confronta con i propri demoni, tra cui la dipendenza dall’alcol, devastante sia nel personale che nel professionale. “L’alcol ha un potente effetto depressivo e mi ha devastato”, ammette Pacino, illustrando le conseguenze delle sue scelte autolesioniste.
Nonostante i successi, Pacino vive periodi bui, perdendo la propria direzione artistica e mettendo in pericolo la carriera. Negli anni Ottanta, in seguito a qualche flop cinematografico, attraversa un periodo critico, segnato da difficoltà economiche e relazionali. Le sue esperienze amorose, come quella con l’attrice Diane Keaton, giocano un ruolo cruciale nel suo recupero artistico, anche se la biografia rivela che non ha mai avuto il desiderio di sposarsi.
La narrazione si estende al recente dramma legato al Covid, un’esperienza che ha profondamente scosso la vita dell’attore, costringendolo a confrontarsi con la possibilità di morte. Nonostante le avversità, Pacino sottolinea come l’amore per il suo lavoro e la passione per l’arte siano stati i faro che lo hanno guidato attraverso le tempeste della vita. Queste rivelazioni rendono “Sonny Boy” un’opera fondamentale per quanti desiderano conoscere la vita autentica di un grande del cinema come Al Pacino.