Scopri la Visione di Giuli sulla Cultura come Religione Universale alla Buchmesse

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Il ministro fa riferimento a Carlo Levi, affermando: “Il patrimonio culturale, unità di paesaggio, storia e arte, è la biografia di una nazione”.

16 ottobre 2024 | 08.06

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“La cultura è la nostra religione universale civile. Affamarla è un atto di empietà. È un onore essere qui come Ospiti d’onore per la prima volta dopo trentasei anni. È un privilegio per autori, editori e istituzioni presentare la nostra cultura alla fiera del libro più significativa a livello mondiale”. Queste le dichiarazioni del ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli in occasione della cerimonia inaugurale della Buchmesse di Francoforte 2024, dove l’Italia è protagonista: da mercoledì a domenica, 88 scrittori della delegazione ufficiale di Italia Ospite d’Onore, insieme ad altri invitati dagli editori tedeschi, animeranno gli spazi dell’evento.

“Viviamo in un periodo in cui la diffusione dei media ci ha resi più informati e liberi, ma non sempre più saggi”, aggiunge il ministro. “In questo contesto, la cultura rappresenta la risorsa più potente per la formazione dei nostri giovani e il miglior antidoto contro gli estremismi e le violenze, come sottolineato durante l’incontro del G7 a Napoli a settembre”.

Il ministro continua affermando: “Sul piano semantico, ‘cultura’ significa ‘civiltà’ – ma a livello relazionale indica la capacità di comprendere l’altro, di instaurare un dialogo tra identità plurali e di esercitare un pensiero critico privo di pregiudizi. Gli italiani sono eredi di un pensiero universalistico che mira alla centralità della persona, permettendo di superare i confini nazionali. Con il tema ‘radici nel futuro’, presentiamo la nostra produzione culturale contemporanea, partendo dalle nostre radici e identità culturale”.

Il padiglione Italia si propone come un luogo di incontro, confronto e visioni, ispirato dalla nostra cultura con una storia millenaria. “Alla Buchmesse 2024, l’editoria italiana dimostra una realtà aperta e dinamica, che ha visto quadruplicare le vendite di diritti all’estero. Siamo fortemente orientati all’internazionalizzazione e confido che gli incontri nel nostro padiglione aumenteranno ulteriormente l’interesse per la nostra produzione culturale. L’italiano è una delle lingue più studiate, e il pubblico tedesco è tra i più conoscitori degli autori italiani, dai classici ai moderni. La cittadinanza culturale non conosce confini”, conclude Giuli.

“Ritengo significativo citare un passo dell’intellettuale antifascista Carlo Levi, che esprime ciò che unisce le nazioni nella difesa del patrimonio culturale – ‘Il patrimonio culturale, inteso come unità inscindibile di paesaggio, storia e arte, è la biografia di una nazione'”.

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