L’iniziativa delle autorità italiane in merito all’apertura di centri per migranti in Albania sta suscitando interesse e preoccupazioni. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fornito chiarimenti significativi riguardo a questa operazione, che potrebbe avere ripercussioni sui flussi migratori nel Mediterraneo.
12 ottobre 2024 | 14.10
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I centri per migranti in Albania inizieranno a operare la prossima settimana, come annunciato dal ministro Piantedosi durante la Festa dell’ottimismo del Foglio a Firenze. Il ministro ha sottolineato che “l’obiettivo è partire già dalla prossima settimana, ma speriamo di non doverlo fare, poiché questo indicherebbe che non c’è la necessità di trasferire persone lì”. La situazione nel Mediterraneo e l’operato dei trafficanti di esseri umani influenzeranno questa scelta.
“Non è prevista alcuna cerimonia di inaugurazione”, ha aggiunto Piantedosi, “e non ci sarà alcun taglio di filo spinato. I centri che stiamo costituendo in Albania sono simili a quelli presenti in Italia e hanno una funzione di contenimento leggera. Non sono centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), anche se una parte sarà dedicata al trattenimento e all’espulsione. La priorità sarà l’assistenza, offrendo la possibilità di richiedere una protezione internazionale con esiti in tempi rapidi, contribuendo così a una deterrenza efficace”.
La premier Giorgia Meloni, parlando al termine del summit Med9 a Cipro, ha affermato che il protocollo con l’Albania “sarà operativo probabilmente tra qualche giorno” e rappresenterà una soluzione innovativa nella gestione dei flussi migratori, affrontando la lotta contro i trafficanti di esseri umani.
Corte Ue e rischi per l’accordo Italia-Albania
Nonostante le aspettative, l’accordo tra Italia e Albania è sotto la minaccia della Corte di giustizia europea. Con la sentenza del 4 ottobre, i giudici hanno messo in discussione l’utilizzo della definizione “Paesi d’origine sicuri” da parte dell’Italia, indebolendo le basi legali dell’accordo con Tirana. Questo potrebbe compromettere l’intero piano, ponendo il governo Meloni di fronte a sfide significative da affrontare.
Il patto tra Italia e Albania prevede la creazione di centri di accoglienza in Albania, dove i migranti adulti maschi provenienti da Paesi definiti “sicuri” saranno temporaneamente trattenuti mentre viene esaminata la loro richiesta di asilo. Il primo di questi centri dovrebbe essere operativo a Gjader, nel nord dell’Albania. La recente sentenza della Corte di giustizia ha sollevato interrogativi su tutto il sistema normativo che sottende questa strategia, dichiarando che il concetto di Paese d’origine sicuro, applicato dall’Italia, non sia conforme alla vigente normativa europea.
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