Il conflitto tra Israele e Hamas ha portato a un drammatico aumento del numero di vittime e a una crisi umanitaria grave. Secondo i dati riportati, il bilancio è estremamente pesante, con oltre 1.200 israeliani uccisi e 251 presi in ostaggio. Dall’altro lato, quasi 42.000 palestinesi hanno perso la vita nella Striscia di Gaza, mentre più di duemila libanesi hanno subito la stessa sorte. Anche le vittime tra i lavoratori dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) e i giornalisti hanno contribuito a questo tragico conteggio.
l’attacco del 7 ottobre da parte di hamas
Il conflitto ha avuto inizio alle 6:30 del 7 ottobre, quando le sirene antiaeree hanno allertato la popolazione di Gerusalemme per l’attacco in corso. Secondo le Forze di difesa israeliane, sono stati lanciati circa 2.200 razzi verso il sud e il centro di Israele, compresi Tel Aviv e Gerusalemme. I miliziani di Hamas, al numero di oltre mille, hanno attaccato kibbutz e altre comunità al confine, riuscendo a causare 809 vittime tra i civili, tra cui almeno 280 donne e 40 bambini, oltre a 314 soldati israeliani. Le forze di Hamas hanno affermato che l’operazione, denominata “Diluvio di Al-Aqsa”, fosse una risposta necessaria all’assedio di Gaza.
operazione militare senza precedenti contro la striscia di gaza
Poco dopo l’attacco, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “Israele è in guerra”, segnando l’inizio di una operazione militare di vasta portata contro Gaza. Concentrazione di 300.000 riservisti e bombardamenti aerei hanno portato alla distruzione di diversi obiettivi, tra cui la moschea di Al-Sousi a Gaza City. Il giorno seguente, Hezbollah ha iniziato a lanciare attacchi contro Israele dal Libano. Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso il suo sostegno a Israele, riaffermando il diritto di autodifesa del paese.
Successivamente, il 14 ottobre, è stato stipulato un accordo tra Egitto, Israele e Stati Uniti per consentire il passaggio di stranieri attraverso il valico di Rafah verso l’Egitto. Il conflitto è continuato e, durante un periodo di mediazione, è stato dichiarato un cessate il fuoco di sette giorni il 24 novembre, risultato in uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas.
Le tensioni si sono ulteriormente intensificate nei mesi successivi con attacchi diretti e rappresaglie, culminando in una richiesta della Corte Internazionale di Giustizia di adottare misure per prevenire un genocidio a Gaza, ma senza risultati concreti.
Personaggi e ospiti coinvolti
- Benjamin Netanyahu – Primo ministro di Israele
- Joe Biden – Presidente degli Stati Uniti
- Mohammed Deif – Comandante delle Brigate Al Qassam di Hamas
- Hassan Nasrallah – Segretario generale di Hezbollah