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L’importanza della gestione dell’infiammazione associata all’attività fisica è emersa durante il congresso internazionale dedicato alla longevità sana, organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini a Milano. Durante l’evento, sono state discusse nuove scoperte e approcci per ottimizzare l’esercizio fisico, con particolare attenzione al connubio di nutrienti e ai loro effetti positivi sulla salute degli atleti.
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connubio tra maltodestrine e fruttosio
Il dottor Stefano Righetti, cardiologo presso l’ospedale S.Gerardo di Monza, ha presentato uno studio della Squadra Enervit che dimostra come l’assunzione combinata di maltodestrine e fruttosio in un rapporto di 2:1 riduca significativamente i livelli di interleuchina-6 e cortisolo tra gli atleti, rispetto a chi ha ricevuto un placebo.
l’infiammazione e l’attività fisica
Righetti ha sottolineato l’importanza della moderazione nell’attività fisica, evidenziando che l’esercizio moderato diminuisce l’infiammazione rispetto alla sedentarietà. In contrasto, l’attività di endurance ad alta intensità provoca un aumento delle cellule infiammatorie nel sangue, con diversi fattori che influenzano questa risposta, come la durata e l’intensità dell’esercizio.
conseguenze del danno muscolare
L’interleuchina 6 (Il-6) gioca un ruolo cruciale nella risposta infiammatoria post-esercizio, potendo incrementare anche di 100 volte dopo sforzi estremi. Questo è associato a un danno muscolare che causa il rilascio di calcio, attivando ulteriormente l’infiammazione. Con il tempo, questa infiammazione locale può evolvere in una risposta sistemica, portando a dolori muscolari e a vari cambiamenti nel turnover proteico e nel volume muscolare.
fasi dell’infiammazione
Righetti ha descritto le fasi acute e croniche dell’infiammazione, sottolineando che dopo 12-24 ore, se i livelli di Il-6 rimangono elevati, si possono verificare una riduzione della forza muscolare e un incremento del dolore. Inoltre, l’attività fisica intensa può comprimere l’efficienza del sistema immunitario per diverse ore, influenzando negativamente l’assorbimento del ferro.
ruolo degli omega
Infine, è emerso che gli Omega 6 sono legati all’attivazione dell’infiammazione, mentre gli Omega 3 hanno un effetto opposto. I fosfolipasi sono responsabili della gestione dell’infiammazione a livello cellulare, influenzando gli equilibri tra i diversi tipi di grassi.
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