Il presidente russo ha ufficializzato la leva autunnale con la firma di un decreto che prevede il richiamo di 133.000 individui di età compresa tra i 18 e i 33 anni. Questa chiamata, similare a quella dell’autunno precedente, non implicherà l’invio delle nuove reclute al fronte. Parallelamente, il Cremlino ha comunicato che gli obiettivi militari della Russia verranno raggiunti, sostenendo che la verità è dalla propria parte.
In un videomessaggio, Putin ha ribadito che tutti gli obiettivi stabiliti saranno conseguiti, esprimendo gratitudine a coloro che hanno contribuito all’espansione dei territori sotto controllo russo. La data di questo annuncio coincide con il Giorno della riunificazione delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson con la Russia.
“Guerra non è legata a una possibile risposta nucleare”
Recentemente, sono state rilasciate dichiarazioni dal Cremlino riguardo all’uso di armi nucleari. Il portavoce Dmitry Peskov ha chiarito che il conflitto in corso in Ucraina non implica automaticamente una risposta nucleare da parte della Russia. “Non è necessario sovrainterpretare”, ha affermato, aggiungendo che sarà il Ministero della Difesa a decidere l’utilizzo delle armi nucleari, seguendo le condizioni specifiche. In caso di conflitti coinvolgenti stati nucleari, le attuali norme potrebbero subire modifiche.”
Secondo Peskov, il ministero avrà piena autorità nel determinare il coinvolgimento diretto dei Paesi occidentali nel conflitto. Gli emendamenti nella dottrina nucleare sono giudicati indispensabili a causa della crescente influenza delle potenze nucleari nel contesto della guerra in Ucraina, unitamente alla presenza militare della NATO vicino ai confini russi.
- Vladimir Putin – Presidente della Federazione Russa
- Dmitry Peskov – Portavoce del Cremlino