I Benefici del Pesce in Gravidanza: Risultati dello Studio di Tor Vergata Pubblicato su Nutrients

“Integrare pesce e frutti di mare in un regime alimentare equilibrato e limitare l’assunzione di specie con elevate concentrazioni di inquinanti ambientali.”

Numerosi studi sono stati condotti per analizzare la relazione tra l’assunzione di pesce in gravidanza e gli esiti neonatali positivi, sebbene alcuni abbiano prodotto risultati discordanti. Un’importante ricerca guidata dall’Università di Roma Tor Vergata ha meritato la copertura della rivista internazionale ‘Nutrients’, grazie a un articolo intitolato ‘Fish Consumption and DHA Supplementation during Pregnancy: Study of Gestational and Neonatal Outcomes’.

Secondo quanto riportato nell’abstract dello studio, l’American College of Obstetricians and Gynecologists raccomanda alle donne in gravidanza o che allattano di consumare 2 o 3 porzioni settimanali di pesce a basso contenuto di mercurio. Nonostante ciò, il pesce può contenere inquinanti, come il metilmercurio, che potrebbero avere un impatto negativo sullo sviluppo neurologico. La letteratura presenta studi contrastanti riguardo l’integrazione di acido docosaesaenoico (DHA), probabilmente a causa delle diverse concentrazioni di integratori utilizzati.

Questa indagine, che ha coinvolto 501 donne, ha valutato il consumo di pesce e l’assunzione di integratori di DHA, in relazione alle fasi gestazionale e neonatale. I risultati mostrano che il 92,1% delle partecipanti mangiava pesce settimanalmente, con differenze significative in termini di aumento di peso gestazionale, peso alla nascita e lunghezza dei neonati rispetto a chi non consumava pesce regolarmente. Questa ricerca sostiene l’importanza di integrare il pesce nella dieta delle donne in gravidanza, cercando di ridurre l’esposizione agli inquinanti ambientali. Sono altresì raccomandati integratori di Omega-3 per garantire benefici nutrizionali senza i rischi legati al mercurio.

“La nostra ricerca ha esaminato il legame tra il consumo di pesce e gli integratori di DHA rispetto agli esiti gestazionali e neonatali in 501 donne,” afferma Laura Di Renzo, ordinaria di Scienze e tecniche dietetiche applicate. “I risultati confermano le attuali linee guida che raccomandano l’assunzione di pesce e frutti di mare come parte di una dieta equilibrata, limitando al contempo il consumo di specie contaminate.”

“L’uso di integratori di n-3 o olio di pesce appare sicuro e fornisce benefici di DHA ed EPA senza rischi di tossine; una possibile esposizione a tali sostanze potrebbe compromettere nutrienti essenziali presenti nel pesce,” aggiunge. “Le raccomandazioni future dovrebbero enfatizzare l’importanza di aumentare l’assunzione di DHA in gravidanza, attraverso un’adeguata combinazione di consumo di pesce e integratori nel regime alimentare.”