L’iniziativa intrapresa dall’associazione delle industrie beni di consumo ha come finalità quella di coinvolgere, informare e formare le imprese associate. Si promuove così l’adozione di soluzioni concrete per ridurre i costi operativi, incrementare la produttività e migliorare la competitività nel mercato nazionale e internazionale del settore industriale italiano.
01 ottobre 2024 | 19.34
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La prima fase del ciclo di seminari organizzati da Ibc si è svolta oggi, concentrandosi sulla digitalizzazione a beneficio delle piccole e medie imprese. Come indicato dal presidente Flavio Ferretti, la missione è quella di promuovere la riduzione dei costi operativi e l’aumento della competitività. L’associazione rappresenta oltre 35.000 aziende di beni di consumo, che generano un fatturato aggregato di 500 miliardi di euro e occupano oltre 1,1 milioni di persone in Italia. L’industria del largo consumo si posiziona come la terza più grande nell’Unione Europea, arrivando a rappresentare l’11,6% del comparto manifatturiero, con investimenti annui che si attestano intorno agli 81 miliardi di euro.
Il panorama imprenditoriale italiano, per garantire la sua competitività, deve intraprendere un processo di trasformazione verso la digitalizzazione e l’efficienza logistica. La recente discesa dei tassi d’inflazione rende la competitività delle industrie di beni di consumo una questione di fondamentale importanza. Ferretti ha sottolineato la necessità di “rivivere la competitività” all’interno delle aziende, puntando su una maggiore produttività e una più efficace gestione dei processi. Si evidenzia un gap strutturale da colmare in Europa, necessitando di un intervento tempestivo per non rimanere indietro, soprattutto considerando che 20.000 associazioni fatturano meno di un milione di euro all’anno, rendendo l’efficienza imprescindibile.
È indispensabile fornire strumenti adeguati al tessuto produttivo, ma le intenzioni devono essere tradotte in azioni concrete. Molte aziende esprimono la volontà di investire, ma si trovano limitate da personale ridotto e da una carenza di tempo e competenze. La trasformazione digitale deve essere una priorità per quelle PMI che intendono riguadagnare competitività. Attualmente, le PMI rappresentano il 90% del panorama imprenditoriale italiano. “Affrontare questa sfida che è legata a competenze e investimenti è cruciale,” ha affermato il presidente di Piccola Industria Assolombarda, Mattia Macellari. Allo stesso modo, Andrea Ausili, Cio di Gs1 Italy, ha enfatizzato l’urgenza di colmare gap decennali per ridurre inefficienze e alti costi di filiera che generano bassi profitti.
Un altro problema significativo per il tessuto delle PMI italiane è rappresentato dalla mancanza di comunicazione tra le diverse aree aziendali. Pierpaolo Mamone, leader del settore dei prodotti di consumo di Deloitte, ha raccomandato un sistema integrato per rispondere alle esigenze di business e una strategia IT di lungo termine. I dati, definiti “petrolio del futuro,” devono essere accessibili, accurati e completi, richiedendo investimenti strategici.
Le future conferenze si svolgeranno a Bologna, Verona e in altre città, continuando l’obiettivo di creare nuove sinergie con le associazioni del territorio e promuovendo un contesto favorevole all’investimento e alla competitività globale.