Leucemia linfoblastica acuta: un tumore del sangue da monitorare
La leucemia linfoblastica acuta (LLA) rappresenta una condizione oncologica altamente aggressiva, particolarmente comune nella popolazione pediatrica, dove si attesta come il tumore più frequente. In Italia, si registrano annualmente circa 800 nuove diagnosi, suddivise in 450 tra gli adulti. Quest’analisi è stata fornita dal professor Alessandro Rambaldi, specialista in Ematologia presso l’Università degli Studi di Milano, durante un incontro a Milano in cui sono stati presentati i risultati dello studio clinico di Fase III E1910, condotto da Amgen.
Trattamenti innovativi e percentuali di successo
Rambaldi ha evidenziato i notevoli progressi ottenuti negli ultimi trent’anni nel trattamento della LLA nella fascia pediatrica, grazie all’intensificazione delle terapie chemioterapiche. Nei bambini, infatti, si riscontra una maggiore tolleranza alle terapie rispetto agli adulti, consentendo così un aumento dell’intensità dei trattamenti. Al contrario, gli adulti hanno vissuto anni con risultati terapeutici meno incoraggianti, rendendo necessaria una ricerca di approcci innovativi dedicati a questa popolazione.
Progresso e futuro della terapia
Nel corso degli ultimi vent’anni, si sono realizzati due sviluppi significativi. Il primo è relativo alla valutazione della malattia minima residua (MRD) attraverso avanzate metodiche di biologia molecolare, che offrono supporto nelle decisioni terapeutiche. Il secondo, altresì rilevante, è rappresentato dall’adozione dell’immunoterapia: in particolare, il blinatumomab ha dimostrato l’efficacia nel ridurre la malattia in pazienti, portandoli a una remissione duratura. Rambaldi conclude sottolineando l’importanza di implementare per tutti i pazienti le tecniche di valutazione molecolare della MRD, al fine di migliorare i risultati dei trattamenti senza incrementare la tossicità.
- Professor Alessandro Rambaldi
- Amgen