Ghiacciai in ritirata: come lo spostamento del confine tra Italia e Svizzera sta ridisegnando le Alpi

Recenti sviluppi tra Svizzera e Italia hanno portato a una ridefinizione dei confini nazionali, influenzata dallo scioglimento dei ghiacciai. Questo cambiamento interessa una zona situata sotto il Cervino, una delle vette più alte del continente, nonché rinomate località sciistiche.

30 settembre 2024 | 16.05

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Il Consiglio federale svizzero ha approvato un progetto di modifica dei confini nazionali, con particolare riferimento alle aree attorno al Cervino. Le modifiche riguardano anche i confini con la Francia nella regione di Ginevra. Le zone montane vedono i confini definiti dalla linea spartiacque, creata dai ghiacciai e dalle zone di neve perenne. Con il continuo scioglimento dei ghiacci, la definizione dei confini diventa dinamica, come evidenziato in una nota governativa.

Le aree interessate comprendono la Testa Grigia, il Plateau Rosa, il rifugio Carrel e la Gobba di Rolli, tutti situati nelle vicinanze del Cervino e di famose località sciistiche come Zermatt. Nuove delimitazioni sono state progettate per garantire una corretta gestione delle aree naturali. È prevista la pubblicazione degli accordi una volta che le modifiche saranno formali.

La sofferenza dei ghiacciai

Secondo l’Swiss Glacier Monitoring Network (Glamos), lo scioglimento dei ghiacciai è accelerato da estati calde e scarse nevicate. Gli esperti avvertono che, qualora le attuali condizioni meteorologiche perdurassero, il disgelo aumenterebbe significativamente. Glamos ha già segnalato perdite record e la possibilità che alcuni ghiacciai svizzeri non possano essere salvati, anche se le temperature globali venissero mantenute nel limite dell’1.5 °C di aumento previsto dall’accordo di Parigi.

Negli ultimi anni, numerosi ritrovamenti legati allo scioglimento dei ghiacciai hanno attirato l’attenzione degli studiosi. Tra i casi recenti, i resti di un alpinista tedesco, disperso dal 1986, sono stati scoperti vicino al Cervino. Inoltre, nel 2022, sono riemerse parti di un aereo precipitato nel 1968 dal ghiacciaio dell’Aletsch. Analogamente, nel 2014, sono stati rinvenuti i resti di Jonathan Conville, un alpinista britannico disperso, durante un volo di rifornimento nella zona.