Il racconto del padre di Chiara Petrolini
Chiara Petrolini era descritta come una persona che non mostrava segni di cambiamento, come afferma il padre dei due neonati seppelliti nel giardino della villa a Traversetolo. In un’intervista, il giovane ha condiviso i momenti significativi della loro relazione, sottolineando come la compagna gli avesse sempre apparso normale e distante da comportamenti sospetti.
Riflessioni sulla relazione
Il padre dei neonati ha raccontato di un doloroso ricordo associato al loro primo incontro in discoteca, un momento ora offuscato dalla tragedia: “L’anno scorso mi sono tatuato il suo nome sul polso, segno di quanto all’epoca credessi nei nostri legami”. Ricorda di come fosse stato sempre portato a mantenere la retta via dalla compagna, fino al drammatico epilogo della loro storia.
La scoperta della verità
Il racconto si fa ancora più delicato quando si espongono i dettagli sul mancato riconoscimento della gravidanza. Non vi era nulla che lasciasse presagire uno stato interessante: “Né il seno, né la pancia, nulla di ciò si notava”, afferma, evidenziando una distanza fra la situazione apparente e la realtà vissuta.
Il tragico epilogo
Il giovane ha rivissuto nel racconto le parole ricevute il giorno del primo ritrovamento: “Chiara mi scrisse che avevano scoperto un bambino a casa sua. Non riuscivo a connettere i dettagli”. Questa rivelazione ha portato a una serie di interrogativi che continuano a tormentarlo, malgrado il tempo trascorso.
Domande senza risposta
Alla luce degli eventi, si pone una questione fondamentale: “Perché è accaduto tutto questo? Forse per la paura del giudizio altrui”, suggerisce, affermando che se Chiara avesse voluto tenere i bambini, lui non si sarebbe mai opposto a una tale decisione.
Considerazioni finali
Il giovane conclude il suo racconto con una nota di profonda tristezza, affermando di sentirsi vuoto riguardo a Chiara e all’intera situazione: “Non abbiamo mai parlato di bambini, non era nei miei piani, ma se fosse capitato, l’avrei accettato”.