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Un’importante mobilitazione è stata intrapresa dalle principali associazioni agricole e commerciali italiane. Queste organizzazioni hanno avviato una petizione indirizzata al Parlamento Europeo per segnalare le problematiche derivanti da alcune normative recenti riguardanti la canapa.
25 settembre 2024 | 14.54
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Denuncia delle associazioni
Il testo legislativo, in particolare l’Art. 18 del ddl Sicurezza e il Decreto Ministeriale sul Cbd del 27 giugno 2024, è ritenuto in contrasto con le normative di libera circolazione dei beni, un principio fondamentale del diritto dell’Unione Europea. Questa nuova normativa, che intende vietare diverse attività legate alla canapa industriale, è stata oggetto di una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Impatto economico e sociale
Il provvedimento appare non solo un’infrazione alle regole europee, ma comporta anche un danno significativo per l’economia italiana. Infatti, il settore della canapa impiega circa 15.000 persone, contribuendo all’indotto, all’export e sostenendo il recupero delle aree rurali, incentivando il ritorno dei giovani all’agricoltura e la diffusione di metodi agricoli sostenibili. Inoltre, l’instabilità normativa ha messo a rischio la competitività acquisita in quasi 9 anni di attività.
Richiesta di revisione
Le associazioni che hanno aderito alla petizione comprendono una vasta gamma di realtà del settore e chiedono al Governo di rivedere tali provvedimenti, impegnandosi a rispettare gli accordi internazionali e a salvaguardare un settore considerato strategico per l’economia e l’ambiente. Le associazioni partecipanti includono:
- Canapa Sativa Italia
- Cna Agroalimentare
- Confagricoltura
- Cia
- Copagri
- Unci
- Liberi Agricoltori
- Altragricoltura
- Associazione Florovivaisti Italiani
- Eiha
- Federcanapa
- Sardinia Cannabis
- Assocanapa
- Resilienza Italia Onlus
- Canapa delle Marche
- Upcbd
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