Il legale del migrante: “La condotta dell’imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni”
20 settembre 2024 | 13.20
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Un naufrago ha richiesto un risarcimento di 50mila euro a Matteo Salvini durante il processo Open Arms. Questa richiesta è stata presentata nell’udienza odierna, dove il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. L’avvocata Serena Romano rappresenta il parte civile Musa, uno dei naufraghi soccorsi dalla Open Arms nell’agosto 2019.
La legale ha dichiarato: “La condotta dell’imputato ha aggravato i danni già interni da Musa, un ragazzo di 15 anni, per le sofferenze fisiche ed emotive e per l’ingiustificato prolungamento della permanenza in mare, dovuto al timore di essere riportato in Libia, in violazione dei diritti tutelati dalla nostra carta costituzionale, che dovrebbero proteggere l’infanzia.”
La nave della ONG spagnola Open Arms “ha salvato decine di migliaia di persone”. Nel mese di agosto 2019, quando l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini ostacolò lo sbarco di 147 persone a bordo, “l’organizzazione non governativa si è trovata a fronteggiare il muro della totale assenza di supporto previsto dalla convenzione Sar“, ha affermato l’avvocato Arturo Salerni, legale di Open Arms.
“E’ evidente il danno causato all’armatore umanitario Open Arms, all’equipaggio e alla funzionalità delle loro attività, che hanno esclusivamente fini umanitari”, ha aggiunto Salerni.
La posizione della Lega, espressa in una nota, ha sottolineato: “L’udienza di oggi dimostra l’insussistenza delle tesi accusatorie, nonostante l’accusa richieda 6 anni per Matteo Salvini, il quale ha difeso i confini. Sarà interessante accertare quanti finanziamenti pubblici abbiano ricevuto realtà come Legambiente e Arci, coinvolte in questo procedimento, e quanto costi ai contribuenti il processo, voluto dalla sinistra contro Salvini.”