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Richiesta di inclusione nel Piano nazionale di cronicitàLETTURA: 2 minuti
“Sono ben accette tutte le innovazioni terapeutiche che possano migliorare il decorso della psoriasi. Attualmente, il tempo medio per accedere ai trattamenti specifici è di ben 12 anni, un periodo inaccettabile, considerando l’impatto significativo che la malattia ha sulla vita quotidiana dei pazienti. I sintomi, molto visibili, possono generare vergogna e frustrazione. Si tratta di una patologia oltre che cronica, anche recidivante, ma nonostante ciò, ancora non è stata inclusa nel Piano nazionale di cronicità. Questo è un impegno che portiamo avanti da quattro anni per garantire la ‘dignità alla malattia’”, ha dichiarato Valeria Corazza, presidente di Apiafco – Associazione psoriasici italiani amici Fondazione Corazza, durante una conferenza stampa tenutasi a Roma per discutere dell’approvazione della rimborsabilità del farmaco deucravacitinib.
“Oggi, vivere con la psoriasi è notevolmente diverso rispetto a quando è stata diagnosticata per la prima volta quando avevo solo 10 anni,” ha spiegato Corazza all’Adnkronos Salute. “Oggi sono disponibili un gran numero di opzioni terapeutiche, in grado di aiutare chi soffre di forme lievi, ma soprattutto i 250.000 pazienti che affrontano casi gravi, che possono avere fino al 90% del corpo coperto da placche o con lesioni localizzate su aree visibili come il viso e le mani. Possedere una gamma più ampia di trattamenti disponibili è un significativo passo avanti.” Corazza ha espresso preoccupazione per la mancanza di informazioni a disposizione dei pazienti. “Molte persone continuano a trascurare la loro salute, temendo gli effetti collaterali dei trattamenti, abbandonando la terapia o non sapendo a quale centro o specialista rivolgersi. Esistono persone che ignoranol’incredibile lavoro che viene fatto per affrontare questa malattia e che può risultare devastante nella sua forma severa”, ha concluso.
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