Il percorso terapeutico per i pazienti con psoriasi risulta complesso e spesso lungo, con attese che possono arrivare fino a 12 anni prima dell’inizio delle prime terapie specifiche. Maria Concetta Fargnoli, esperta in Dermatologia presso l’Università dell’Aquila, ha messo in evidenza i problemi legati al ritardo nell’accesso alle cure, sottolineando la necessità di sensibilizzare sia i medici di medicina generale sia i pazienti.
La Necessità di Sensibilizzazione
Fargnoli ha dichiarato che è fondamentale lavorare sulla formazione dei medici affinché indirizzino i pazienti verso specialisti, come dermatologi. Allo stesso tempo, è importante che i pazienti comprendano l’importanza di avviare e mantenere i trattamenti.
Problematiche nel Mantenimento delle Terapie
Un’altra questione critica è la tendenza all’abbandono delle cure una volta che i pazienti iniziano a sentirsi meglio. Questo comportamento è preoccupante, dato che spesso si tende a posticipare l’assunzione dei farmaci o a interrompere la terapia senza consultare il medico.
Le Opzioni Terapeutiche Disponibili
Attualmente, per i pazienti con psoriasi moderata-severa, sono disponibili diverse opzioni terapeutiche. Queste includono sia farmaci tradizionali che innovativi, come i biologici e le piccole molecole. Fargnoli ha sottolineato che, sebbene i biologici di prima generazione siano molto efficaci, alcuni pazienti li percepiscono come troppo aggressivi.
Richieste e Necessità dei Pazienti
Le richieste dei pazienti vertono su soluzioni che possano ridurre il carico infiammatorio e gestire le comorbidità associate, richiedendo dunque una collaborazione multidisciplinare tra diversi specialisti come dermatologi, reumatologi e gastroenterologi. Fargnoli ha concluso affermando che una nuova terapia potrebbe aiutare i pazienti a superare l’isolamento sociale causato dalla psoriasi.