Un recente attacco con cercapersone esplosivi ha gravemente colpito Hezbollah in Libano, sollevando interrogativi sulla origine dei dispositivi utilizzati. Questi eventi hanno innescato una serie di voci e speculazioni riguardo alla provenienza e alla manipolazione tecnologica delle apparecchiature coinvolte.
Un attacco esplosivo ha provocato pesanti perdite a Hezbollah, con decine di morti e migliaia di feriti. Si sospetta che i cercapersone impiegati siano stati modificati per contenere pentrite, un esplosivo altamente potente.
Origine dei cercapersone
Chi ha fabbricato i cercapersone utilizzati rimane un mistero irrisolto. I dispositivi sono etichettati con il marchio Gold Apollo, un’azienda con sede a Taiwan. Secondo quanto riportato dal Washington Post, la produzione è gestita dalla BAC Consulting KFT, che ha sede in Ungheria.
Indagini in Ungheria
L’attenzione si concentra ora su Budapest. Le autorità ungheresi, tramite il portavoce Zoltan Kovacs, hanno negato la produzione dei cercapersone nel loro territorio, sottolineando che BAC Consulting è un semplice intermediario commerciale senza fabbriche propri. Kovacs ha aggiunto che per l’Ungheria non ci sono indicazioni di un rischio per la sicurezza nazionale e che l’azienda non possiede nemmeno un sito operativo nel Paese.
Taiwan si discolpa
Il fondatore di Gold Apollo, Hsu Ching-kuang, ha rifiutato di essere coinvolto, dichiarando: “Mi occupo delle mie attività, non vedo il motivo per cui dovrei avere a che fare con un attacco terroristico.” L’azienda, attiva dal 1995, evidenzia che i cercapersone hanno solo capacità di ricezione e non possono causare esplosioni letali. Dal 2022, Gold Apollo ha esportato circa 260.000 pager, per la maggior parte diretti verso Europa e Stati Uniti, e non risulta alcuna esportazione verso il Libano.
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